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Una inondazione è un fenomeno riguardante l'allagamento in tempi brevi (da ore a giorni) di un'area ben definita e abitualmente subaerea[1], da parte di una massa d'acqua.
Si può trattare di un fenomeno naturale come lo straripamento dei corsi d'acqua, dal loro letto o bacino usuale, in maniera violenta e devastante, o allagamenti per azione combinata di alta marea e tifoni in aree costiere, l'arrivo di uno tsunami su di una costa, o anche per improvvisi scioglimenti di nevai o ghiacciai per cause naturali (tipici quelli ad opera di eruzioni vulcaniche sub-glaciali in Islanda). Quando l'inondazione è causata dalla tracimazione di corsi d'acqua ingrossati per piogge elevate si parla anche di alluvione, a cui possono essere connessi anche fenomeni di erosione e variazione della morfologia delle aree interessate dal fenomeno.
Caratteristica fondamentale della valutazione del rischio esondativo/alluvionale è il cosiddetto tempo di ricorrenza, ovvero la frequenza statistica con cui un evento esondativo di data intensità si ripresenta nel tempo.
La stima del tempo di ricorrenza (che dipende da fattori geomorfologici, climatologici, idrologici e, sempre di più, antropici) viene effettuata attraverso l'analisi delle serie storiche degli eventi alluvionali (possibilmente su un arco di secoli), integrata con la completa valutazione geografica e geomorfologica del territorio su cui insistono l'asta fluviale o il bacino idrografico di riferimento (dati pluviometrici, assetto degli alvei, stato e struttura delle arginature, presenza di eventuali casse di compensazione, presenza e funzionalità di eventuali dighe, etc.). Il tempo di ricorrenza viene espresso in "Y range": ad esempio, un tempo di ricorrenza Y<20 (Years<20) significa che il rischio esondativo in quel dato tratto (alluvionabilità dell'area) è inferiore a 20 anni, ovvero che - in media - più di una volta ogni 20 anni l'area può essere inondata (rischio maggiore di 5%/anno).
Per eventi di magnitudine crescente, ovviamente l'Y range si estende; ad Y crescenti corrispondono quindi fenomeni più ampi e potenzialmente distruttivi. Un evento Y500 o Y1000 rappresenta ad esempio un evento esondativo di una magnitudine tale da potersi presentare - statisticamente - solo una volta ogni 500 o 1000 anni (rischio di 0,2% o 0,1%/anno).
Il dato del tempo di ricorrenza è utile sia a livello ingegneristico, che a livello attuariale-assicurativo: a livello ingegneristico, le costruzioni effettuate in aree alluvionali con Y inferiori a certi parametri (di solito 20 o 50, o nella aree golenali di un fiume) devono rispettare una serie di parametri di sicurezza molto più stringenti; a livello assicurativo, inoltre, vengono solitamente richiesti premi assicurativi contro il rischio esondativo che sono molto più alti nelle aree Y50 o Y100; in alcuni casi, le assicurazioni non assicurano nemmeno le case in aree Y<20 (o chiedono premi elevatissimi per farlo).
Lo stesso argomento in dettaglio: Alluvione. |
Il termine inondazione o allagamento è spesso usato anche nel caso del fenomeno dell'acqua alta a Venezia, dove è provocato dall'effetto combinato di particolare alta marea e bassa pressione atmosferica. A scala minore, alcune città sviluppatesi sul bordo di laghi possono essere soggette a piccole inondazioni per debordamento delle acque lacustri in seguito ad un'eccessiva alimentazione del lago quando il suo immissario è ingrossato da forti piogge, come accade spesso a Como.
In tempi geologici vi sono testimonianze di alcune improvvise inondazioni di vaste aree, rimaste aride al di sotto del livello del mare a causa dell'evoluzione geologica della regione; un esempio è il colmamento del Mediterraneo alla fine della Crisi di salinità del Messiniano.
Vi sono anche episodi di inondazioni causate volutamente dall'uomo, come l'allagamento delle terre olandesi, messo in atto per rallentare l'avanzata delle armate tedesche; e l'inondazione, o allagamento, di vallate a monte della realizzazione di dighe.
Si noti che in alcune lingue, come la lingua inglese, esiste un unico termine per indicare inondazioni e alluvioni (Flood), mentre altre le distinguono, come la lingua spagnola.
Molti fiumi che scorrono su terre relativamente pianeggianti attraversano vaste pianure alluvionali. Quando pesanti piogge o lo scioglimento delle nevi causa l'aumento della portata del fiume, l'acqua supera le rive e vasti tratti di acqua poco profonda coprono il territorio del bacino fluviale. Il depositarsi di sedimenti fertili in questo processo aumenta la fertilità del territorio.
Inondazioni dal mare, per effetto (anche combinato) di tempeste o maree, o causate da uno tsunami, possono travolgere le difese naturali o artificiali dei litorali, quali dune o dighe costruite dall'uomo. Queste rappresentano la maggiore minaccia per le popolazioni che vivono vicino alla costa, specialmente se il territorio può essere facilmente inondato perché posto allo stesso livello o più in basso del livello dei flutti.
Durante la storia umana, un suolo fertile e una via di comunicazione navigabile hanno attratto l'agricoltura e altre attività umane. Per difendere città e fattorie da alcuni fiumi predisposti alle inondazioni, sono stati studiati vasti ed elaborati sistemi di dighe e canali lungo le coste e attorno alle città. Sfortunatamente, contenendo grandi quantità d'acqua, le dighe possono creare inondazioni maggiori (o alluvioni) nel caso dovessero cedere. Un altro motivo per costruire barriere artificiali ai flutti è il desiderio umano di sottrarre terre al mare, come è avvenuto nei Paesi Bassi e nella Louisiana.
Ci possono essere anche inondazioni causate dall'uomo, anche se per gli eventi su scala più piccola — in genere non traumatici — si parla più appropriatamente di allagamenti.
Nell'antichità molte civiltà si adoperarono per cercare di attutire gli effetti delle inondazioni e utilizzarle a loro favore. Primi tra tutti furono i popoli stanziati nei pressi del Tigri e dell'Eufrate (noti nell'antichità con il nome di Idiglat e Purattu), come i Sumeri, che crearono una rete di canali volti all'irrigazione artificiale e al contenimento delle piene dei due fiumi.
Un'altra popolazione che si cimentò in questa opera fu quella egizia, che cercò di canalizzare le terre attorno al fiume Nilo. Il Nilo ogni anno, a seguito delle grandi piogge stagionali nell'area del suo bacino meridionale, era caratterizzato da una piena, che gli egiziani credevano fosse di origine divina, con conseguente tracimazione delle acque ed allagamento dei campi coltivati lungo il suo corso in terra egiziana. Durante il ritiro delle acque dai terreni allagati, il fiume depositava sul terreno il limo, che permise all'Egitto ricchi raccolti per millenni grazie ad una fertilità leggendaria. La costruzione della diga di Assuan con la conseguente regolazione idrica del corso d'acqua, ha bloccato il ripetersi di questo fenomeno naturale.
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Nei paesi occidentali i fiumi che hanno maggior probabilità di provocare inondazioni o alluvioni sono gestiti con attenzione. Sono usate delle difese come terrapieni, contenimenti, bacini e chiuse per evitare che il fiume superi le rive. Le alluvioni costiere sono state gestite in Europa con le difese costiere, come le dighe marine e la difesa delle spiagge erose dal mare.
Le aree soggette alle inondazioni sono tipicamente le stesse ad alta densità abitativa, come parti dei Paesi Bassi, dell'Inghilterra, di New Orleans e del delta del Mississippi. Delle leggi locali sono state emanate per prevenire la costruzione di edifici nelle aree soggette a inondazioni; in alcuni casi la pressione dei costruttori ha causato l'erosione dei controlli, con un crescente numero di nuove aree che necessitano la protezione di difese artificiali.
Il Bangladesh non è stato più soggetto ad alluvioni marine dal 1995, ma la nazione si appoggia pesantemente al supporto e alla tecnologia straniera per prevenire nuove catastrofi. Gli Stati Uniti d'America hanno fornito rifugi contro gli uragani, e l'India fornisce al governo previsioni meteorologiche per consentire la pianificazione delle risposte ai cicloni tropicali. Durante gli anni piccoli culti hanno formato le cosiddette "pattuglie dell'alluvione", composte principalmente di giovani che percorrono le strade rurali alla ricerca del prossimo canale o palude da attraversare. Essi portano indietro a rischio della vita alcune delle migliori fotografie disponibili sulle alluvioni.
Spesso una inondazione rompe gli argini, ossia quelle barriere costruite dall'uomo per difendersi dalle inondazioni, provocando gravi danni.
Nel seguito sono riportate le inondazioni catastrofiche che hanno suscitato maggiore risonanza nei media.
Non bisogna però dimenticare che fenomeni atmosferici con ciclo stagionale, quali i monsoni e i cicloni — chiamati uragani nei Caraibi, — provocano ogni anno inondazioni su scala inferiore, che non infrequentemente provocano vittime, anche per l'elevata densità della popolazione nelle regioni colpite.
Inondazioni catastrofiche possono anche essere provocate direttamente o indirettamente da interventi dell'uomo sull'ambiente. La rottura degli argini di un fiume o di una diga di sbarramento può provocare inondazioni catastrofiche per la vita e le opere dell'uomo.
5. GOVI M. & LUINO F. (2003) – “La colata di fango di Stava (Trentino) del 19 luglio 1985”. In: Tosatti (Ed.): “Rassegna dei contributi scientifici sul disastro della Val di Stava (Provincia di Trento), 19 luglio 1985”, p. 361-397.
6. LUINO F. & DE GRAFF J.V. (2012): “The Stava mudflow of 19 July 1985 (Northern Italy): a disaster that effective regulation might have prevented”. Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 12, 1029-1044; doi:10.5194/nhess-12-1029-2012.
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