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La donazione del sangue è l'azione di un singolo individuo, che agisce volontariamente e spontaneamente poiché nessuno è obbligato a donare. La donazione è finalizzata al privarsi di una determinata quantità del proprio sangue o di suoi componenti, affinché venga utilizzata per scopi medici.
Può essere dettata da puro spirito di solidarietà, totalmente gratuita, oppure (in alcuni paesi) può avere una controparte economica: su 180 stati osservati dall'Organizzazione mondiale della sanità nel 2013 in 57 stati il 100% delle donazioni di sangue risultavano non retribuite e in 74 stati più del 90% del sangue raccolto proveniva da donatori volontari non retribuiti[1].
La donazione in Italia è esclusivamente a titolo gratuito.
La quantità di sangue prelevato e le modalità possono variare. La raccolta può essere fatta per semplice deflusso dopo puntura venosa, o grazie ad attrezzature automatizzate che prelevano solo specifiche porzioni del sangue in aferesi (plasmaferesi, plasmapiastrinoaferesi, eritropiastrinoaferesi, ecc.). La maggior parte dei componenti del sangue utilizzato per le trasfusioni hanno una vita breve e il mantenimento di una fornitura costante è un problema persistente.
Molte persone donano il proprio sangue in seguito a malattie di familiari o ad appelli sporadici. Sono tuttavia più utili i donatori abituali, sia per il maggior numero di donazioni nel tempo sia per i sistematici controlli cui vengono sottoposti a ogni donazione, sia per la loro maggior responsabilizzazione nei riguardi di patologie trasmissibili per via ematica e non immediatamente rilevabili con gli screening di routine[2].
La principale organizzazione di volontariato del settore è la Associazione Volontari Italiani del Sangue (A.V.I.S.), con oltre 1.300.000 soci in tutta Italia.[3]
Si stima normalmente che vi sia bisogno di 40 unità di sangue l'anno ogni 1.000 persone, cioè circa 2 400 000 unità per la sola Italia. Nel 2000 l'Italia ha raggiunto l'autosufficienza a livello nazionale. La maggior parte delle persone può donare il sangue e molti, almeno una volta nella vita, potrebbero averne bisogno.[4].
Alcune regioni sono autosufficienti, ad esempio l'Emilia-Romagna ha raggiunto il livello di 60 unità. Vi sono inoltre alcune isole felici, cioè singole città dove, grazie al radicamento nel territorio di una o più associazioni locali, si è raggiunta una raccolta ancora maggiore. In numerose regioni, tuttavia, la raccolta è insufficiente, e il fabbisogno viene soddisfatto con trasferimenti da altre regioni. Una delle cause di questa mancata autosufficienza è la presenza di patologie genetiche (quali le talassemie) endemiche in alcune aree geografiche del territorio italiano, che da un lato vedono la presenza di un numero inferiore di soggetti idonei alla donazione e dall'altro causano un consumo maggiore di emocomponenti.
Nonostante la sempre più attenta e ponderata utilizzazione del sangue, il fabbisogno è costantemente in aumento, per l'aumento dell'età media della popolazione e per i progressi della medicina, che rendono possibili interventi anche su pazienti anziani, un tempo non operabili.
La donazione dai donatori volontari, periodici, responsabili e non retribuiti è la migliore garanzia per la qualità e la sicurezza delle terapie trasfusionali.
Alla prima donazione vengono determinati:
Le analisi includono:
Intervalli minimi previsti dalla legislazione italiana:[5]
Da donazione di sangue intero a donazione di sangue intero: | 90 giorni tra una donazione e l'altra - per l'uomo max. 4 donazioni l'anno / per la donna in età fertile max. 2 volte l'anno / per la donna in menopausa max. 4 volte l'anno (come per gli uomini) |
Da donazione di sangue intero a donazione di plasma: | 1 mese |
Da donazione di plasma a donazione di sangue intero: | 14 giorni |
Da donazione di plasma a donazione di plasma: | 14 giorni |
Da donazione di sangue intero a donazione di piastrine: | 1 mese |
Da donazione di piastrine a donazione di sangue intero: | 14 giorni |
Da donazione di piastrine a donazione di piastrine: | 15 giorni (massimo 6 donazioni all'anno) |
Da donazione di multicomponenti a donazione di multicomponenti: | 3 mesi |
Legislazioni di altri Paesi permettono una frequenza maggiore: 6 donazioni di sangue intero per gli uomini (intervallo di 2 mesi) e 4 per le donne (intervallo di 3 mesi) in Francia e negli Stati Uniti (dove per la prima donazione bastano 17 anni); 4 per gli uomini e 3 per le donne in Spagna e in Portogallo e Brasile. Il numero medio di donazioni pro capite in Italia è leggermente inferiore a 3 donazioni/anno per gli uomini, a 2 per le donne. Vi sono tuttavia ampie oscillazioni di carattere regionale e locale. Dati gli intervalli di donazione previsti dalla vigente legislazione, è possibile effettuare molto più delle quattro donazioni canoniche, alternando donazioni di sangue intero e di plasma; teoricamente fino a 24 donazioni l'anno, donando solo quest'ultimo.
Il limite massimo di sangue intero che è possibile donare in una sola volta è di 450 mL ±10% (si stima che il sangue rappresenti il 5-7% della massa corporea; circa 4-5 litri in un adulto medio[6]), mentre per il plasma la sacca raccoglie 600 mL.
Il giorno della donazione è consigliabile aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, tè o caffè poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati semplici[7]. È necessario aver introdotto una sufficiente quantità di liquidi per non essere disidratati.
Prima del prelievo viene compilato un questionario anamnestico riguardo alla storia clinica remota e recente dall'ultima donazione, o comunque gli ultimi 4 mesi, dopodiché il donatore viene sottoposto alla quantificazione dell'emoglobina tramite punzione di un dito della mano ed esame spettrofotometrico della goccia di sangue fuoriuscita.
Segue poi un colloquio con un medico della sezione con cui viene commentato il questionario, viene misurata la pressione arteriosa e auscultati il cuore e i polmoni, dopodiché si può accedere alla sala prelievi.
Una donazione di sangue intero dura circa 15 minuti; una di plasma ne dura circa 45 e una di piastrine poco di più. La durata della donazione di plasma è maggiore di quella del sangue intero a causa del procedimento di estrazione del plasma dal sangue: la cannula (l'ago che viene inserito in vena) è collegata a un separatore cellulare in cui una centrifuga separa la parte più liquida, il plasma appunto, dai globuli rossi. Tale macchina esegue normalmente tre cicli di prelievo-separazione-reinfusione; in ciascuno sono processati circa 450 mL di sangue. Il plasma viene immesso in una sacca, la restante parte processata (globuli rossi concentrati e il plasma non separato) viene reintrodotta nell'apparato circolatorio nel donatore attraverso la stessa cannula. Per la donazione di plasma è incoraggiato lo stringere ritmicamente con la mano una pallina di gommapiuma per favorire il ritorno venoso garantendo un regolare funzionamento del separatore cellulare; è comunque presente un avviso sonoro quando il flusso di sangue si riduce sotto determinati valori.
Tramite una gestione con codici a barre, viene tracciata la singola donazione, identificando la sacca di sangue, l'apparecchio di emotrasfusione impiegato, il tesserino dell'infermiere e del donatore.
In questo modo, è informatizzata la registrazione del gruppo sanguigno e della data di donazione, che permettono di controllare:
Al termine del processo, per compensare la parte liquida tolta, potrebbe essere infusa nel donatore della soluzione salina, ma nella pratica si consiglia semplicemente di bere dei liquidi. Non prelevando componenti cellulari, la donazione di plasma risulta di impatto praticamente nullo sull'efficienza fisica del donatore; può pertanto essere eseguita a intervalli ridotti (anche soli 14 giorni) ed è particolarmente indicata a donne in età fertile, in quanto non riduce il contenuto di ferro del sangue.
La richiesta di questo emoderivato è molto maggiore rispetto al sangue intero poiché il suo campo di applicazione è molto vasto.
Le donazioni sono in genere indolori e prevedono un ristoro finale. Ai lavoratori dipendenti, inoltre, viene riconosciuta in Italia per legge una giornata di riposo retribuita.
Le condizioni necessarie per essere donatore[8][9][10] sono:
In generale inoltre è necessario:
La legislazione italiana prevede una giornata di riposo retribuita per chi ha effettuato una donazione[13]. Tale norma, adottata anche da altre nazioni europee per incentivare maggiormente i potenziali donatori, è comunque di carattere precauzionale e viene normalmente disattesa dai donatori lavoratori autonomi, che dopo la donazione in genere effettuano una normale giornata di lavoro. Risulta però importante per chi svolge lavori pesanti, pericolosi o che richiedano particolare attenzione: conducenti di camion, aerei, treni, pompieri, quanti lavorano su impalcature, eccetera. Per quanto riguarda gli studenti, invece, l'assenza causata nella giornata della donazione è giustificata e, sotto presentazione di un certificato medico, le ore di assenza non vengono conteggiate.
Prima di qualsiasi utilizzo, i campioni di sangue prelevati in occasione della donazione vengono analizzati in laboratorio per verificare il gruppo sanguigno ed escludere la trasmissione di malattie infettive, tramite opportuni esami di laboratorio[10]. Dopo ogni donazione, il donatore riceve il risultato delle analisi.
Generalmente le unità di sangue Intero vengono in seguito sottoposte a "frazionamento" per ottenere globuli rossi, plasma e buffy-coat (quest'ultimo, composto prevalentemente da leucociti e piastrine, viene sottoposto a ulteriore lavorazione per la preparazione di concentrati piastrinici)[14].
Ciascuno degli emocomponenti ottenuti ha precise indicazioni terapeutiche e può essere utilizzato in svariati campi medici e chirurgici, tra i quali la cura di leucemie, tumori, intossicazioni da farmaci, anemie, emorragie, malattie emorragiche, ustioni, tumori del fegato, anemia mediterranea, emofilia A e B, operazioni di primo soccorso, in particolare incidenti stradali, trapianti di organi e altro ancora.
Il sangue, con i suoi componenti, costituisce per molti ammalati un fattore unico e insostituibile di sopravvivenza[15][16]:
Per effettuare un trapianto servono delle notevoli quantità di sangue:
Le donazioni possono essere di tipologie diverse[8]:
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