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Bicicletta (39937 views - Transportation - Air Water Earth)

La bicicletta (spesso abbreviata in bici) è un veicolo azionato dalla forza muscolare degli arti inferiori e costituito da un telaio, cui sono vincolate due ruote allineate, dotato di un sistema meccanico per la trasmissione della potenza alla ruota motrice. Dal punto di vista tecnico e normativo, in Italia la bicicletta rientra nella più ampia categoria dei velocipedi.
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Explanation by Hotspot Model

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10 Most Amazing Bicycles of The Future You Must See
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Links :

10- VANMOOF Electrified : https://goo.gl/lvywZ5

9- Google self-driving bicycle : https://goo.gl/EjfBlS ( IT IS A PRANK by Google! :) ) But, will exist one day…

8- Teague Denny is the future bike : https://goo.gl/vgm7TP

7- Lopifit  Meet the Worlds First Walking Bike : https://goo.gl/OeXCJU

6- Fun Comfort Performance Low Impact - ElliptiGO Elliptical Bike : https://goo.gl/7xiTAY

5- Electric Juggernaut Introduction Video HD

4- MC2 Bike AD5 : https://goo.gl/ClxGpQ

3- Ono Archont e-bike S : https://goo.gl/4GIPjV

2- VW Electric Bicycle Concept : https://goo.gl/NH9oUo

1- Mando Footloose IM e-Bike  - smart simple stylish : https://goo.gl/q1Qz0U
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THANK YOU ! for watching and don’t forget to leave a comment if you like the video : )
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Music used : 

- NCS - YouTube 

- Kevin MacLeod : incompetech.com 'Early Riser' 

Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 License
http://creativecommons.org/licenses/by/3.0/
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Bicicletta

Bicicletta

La bicicletta (spesso abbreviata in bici) è un veicolo azionato dalla forza muscolare degli arti inferiori e costituito da un telaio, cui sono vincolate due ruote allineate, dotato di un sistema meccanico per la trasmissione della potenza alla ruota motrice. Dal punto di vista tecnico e normativo, in Italia la bicicletta rientra nella più ampia categoria dei velocipedi.[1]

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della bicicletta.

La bicicletta nasce in Francia nel 1791, anno in cui Mède de Sivrac progetta e costruisce il suo "celerifero".[2] Un quarto di secolo più tardi, nel 1817, Karl Drais inventò la sua laufmachine (macchina da corsa) che fu chiamata dalla stampa "draisina" mentre nel 1861 Ernest Michaux montò su una draisina i primi pedali, fissandoli al perno della ruota anteriore.[3] Il termine bicicletta nacque in Francia verso la fine degli anni 1860 e rimpiazzò il termine velocipede dal modello della High Bicycle in poi. Il biciclo[4] fu molto in voga fino agli anni ottanta del XIX secolo. Il sistema della trasmissione del moto generato dai pedali fu oggetto di grandi studi, prima della fine del secolo il problema della trasmissione del moto è risolto collegando i pedali ad una ruota dentata connessa ad una catena; questa soluzione tecnica consente di ridurre la dimensione della ruota anteriore.[3] Nel 1884 John K. Starley realizzò a Coventry la prima Safety Bicycle ("bicicletta di sicurezza"), denominata "Rover", destinata a ottenere un enorme successo commerciale: antesignana delle moderne bici, aveva ruote di dimensioni uguali e trasmissione a catena.[5] In seguito ci furono altri progressi tecnologici, nel 1888 Dunlop monta su un triciclo il primo pneumatico a camera d'aria.[3] Nei primi anni del novecento ci fu lo sviluppo delle prime competizioni sportive, come il Tour de France e, nel 1909, il primo Giro d'Italia.[3]

Struttura e componenti

Nel corso della sua lunga storia furono molti i tentativi di introdurre variazioni nella struttura della bicicletta, vuoi per migliorarne l'efficienza alla luce dei progressi scientifici (della biomeccanica in particolare), vuoi per esperimenti di design, ma nonostante ciò la struttura generale della bicicletta può ormai essere considerata cristallizzata e si trova sostanzialmente immutata in tutte le numerose tipologie in cui si declina.

L'elemento portante è costituito dal telaio, tipicamente a geometria triangolare in quanto più rigido e resistente alle deformazioni, su cui sono agganciate due ruote, la ruota anteriore e la ruota posteriore che ne consentono il rotolamento sul piano o terreno d'appoggio. Sul telaio trovano alloggiamento le numerose componenti che consentono il funzionamento del mezzo. Queste componenti possono essere raggruppate in una serie di sistemi che assolvono ciascuno ad una specifica funzione.

Lo sterzo, costituito dalla forcella che regge la ruota anteriore collegata mediante un canotto (o pipa) inclinato in avanti al manubrio, consente di variare la direzione della ruota anteriore rispetto all'asse longitudinale del mezzo consentendo di eseguire le curve. La geometria della forcella è l'insieme delle principali misure (lunghezze e angoli) che definiscono una particolare configurazione, dove questi parametri hanno una grande influenza sulla guidabilità di una bicicletta.

La forcella dello sterzo funge da punto di aggancio della ruota anteriore, mentre il carro posteriore del telaio regge la ruota posteriore alla quale il conducente impartisce il movimento con la pedalata mediante il sistema di trasmissione formato dai pedali, le pedivelle, il movimento centrale, la corona (la ruota dentata della guarnitura), la catena di trasmissione e il pignone (la ruota dentata sul mozzo posteriore), che in molte tipologie di bicicletta è associata ad un cambio di velocità, costituito da ingranaggi multipli sulla ruota posteriore ed eventualmente sulla corona, o più raramente da sistemi di ingranaggi contenuti nel mozzo della ruota posteriore (cambio epicicloidale). Il deragliatore è un componente fondamentale del cambio, mentre una volta si usava selezionare le marce con il manettino.

Sulla ruota posteriore è normalmente montato un meccanismo di ruota libera, che permette alla ruota posteriore di girare (nel solo senso di marcia) indipendentemente dal movimento dei pedali, consentendo alla bicicletta di avanzare per inerzia. Alcune biciclette montano invece il cosiddetto scatto fisso, inizialmente caratteristico delle bici da pista usate nei velodromi senza freni e senza cambio, ma che ultimamente trova sempre maggiore diffusione anche per l'uso su strada.

Per ridurre l'attrito delle parti in movimento, vengono utilizzati cuscinetti a sfere. Sul mozzo delle ruote sono realizzati avvitando sui perni supporti a forma di cono con la superficie concava, su cui scorrono le sfere, trattenute in apposite cavità realizzate nel mozzo. I cuscinetti sono presenti anche sul movimento centrale, sui pedali, sullo sterzo, sul meccanismo di ruota libera.

Le ruote sono dotate di raggi dal mozzo al cerchione per conferire loro il vincolo con il mozzo o asse della ruota ed in numero e spessore tale da ottenere una rigidità in grado di opporsi alle deformazioni da sollecitazioni meccaniche del terreno e la torsione per effetto della rotazione dell'asse stesso. Completano le ruote le camere d'aria o tubolari e il copertone montati sul cerchione.

L'impianto frenante di una bici può essere di vari tipi, può agire sul mozzo della ruota (a disco o a tamburo) o sui cerchioni (a bacchetta, cantilever, v-brake, .. ). I comandi dei freni sono normalmente sul manubrio. Esiste anche un comando di freno a contropedale, che attiva un freno generalmente a tamburo se i pedali vengono ruotati in direzione opposta al movimento. In genere sono regolabili l'altezza del manubrio, della sella e l'avanzamento/arretramento della sella.

Il conducente viaggia normalmente in posizione seduta su un sellino di forma approssimativamente triangolare, posta leggermente arretrata rispetto alla verticale del movimento centrale e collegata al telaio mediante un tubo detto reggisella o canotto della sella che scorrendo all'interno del piantone consente la regolazione dell'altezza della sella. Da questa posizione, gode di una ottima visuale sull'ambiente circostante e sull'eventuale traffico.

Sul mercato sono presenti altri accessori come la sella ammortizzata, le appendici sul manubrio, i parafanghi, i fanali, i catarifrangenti, il ciclocomputer, la pompa per bicicletta, ecc.

La fisica della bicicletta

Meccanica

La bicicletta è una macchina che trasforma l'energia muscolare in energia cinetica. Durante il movimento della pedalata viene applicata una coppia di forze sui pedali e la forza/momento risultante è trasferita e amplificata a mezzo delle pedivelle che fungono da leva al movimento centrale. Così facendo si genera una rotazione dell'asse del movimento centrale: questo, una volta in movimento, con dei vincoli meccanici trasferisce il momento risultante alla corona anteriore che la trasferisce alla catena. La catena applica una coppia di forze ai rapporti posteriori, li mette in rotazione e, vincolati alla ruota posteriore, vanno a produrre il movimento di rotolamento o avanzamento sul piano o terreno di appoggio. L'energia è trasferita infine a tutto il telaio e alla ruota anteriore attraverso dei vincoli meccanici, come per esempio la forcella anteriore.

La bici ha un rendimento maggiore della corsa a piedi perché, a livello logico-meccanico, è intrinsecamente una leva costituita dal movimento della pedivella (il braccio della leva), cui è agganciato il pedale, attorno al perno del cosiddetto movimento centrale della pedalata. A differenza della corsa, dove parte dell'energia meccanica è spesa per vincere la forza di gravità, nella bicicletta gran parte del movimento è trasmesso in avanti in maniera molto più efficiente. Il coefficiente di attrito volvente nel movimento ruotante delle ruote sul terreno è poi più basso del coefficiente di attrito radente.

L'equilibrio

« Le persone sono come le biciclette: riescono a mantenere l'equilibrio solo se continuano a muoversi »
(Albert Einstein)

La bici si stabilizza grazie all'angolo di inclinazione del vincolo della ruota rispetto alla perpendicolare (rispetto al suolo) più avanti rispetto al centro della ruota (avancorsa), alla distribuzione del peso delle parti anteriori che sono poste più in avanti rispetto all'asse sterzante e alla precessione dell'effetto giroscopico, quando si pedala si genera un momento angolare che vince la componente della gravità ed è necessaria una velocità di rotazione superiore ad un valore minimo per essere in equilibrio.[6] Una ricerca ha mostrato che dilettanti e ciclisti esperti mantengono l'equilibrio in maniera diversa quando sono in bici.[7]

I consumi energetici

L'energia necessaria per far avanzare la bicicletta (fino ai 10–15 km/h), su strada piana e in assenza di vento, è prevalentemente quella necessaria a vincere gli attriti meccanici. Dalla velocità di circa 18–20 km/h inizia a crescere, col quadrato, una componente che prima era trascurabile e che diventerà di gran lunga preponderante, la resistenza aerodinamica. A influenzare la velocità ci sono vari fattori come la condizione del fondo stradale, la sezione dei copertoni, resistenza aerodinamica, ecc.In generale con il diminuire della sezione delle coperture si aumenta le velocità.

La pressione delle coperture ha altresì grande importanza: solitamente le coperture riportano la pressione consigliata di gonfiaggio, al di sotto della quale le prestazione decadono e la copertura si rovina. Il vento favorevole o sfavorevole, per quanto flebile, influenza notevolmente le prestazioni, analogamente è importante la superficie frontale del ciclista che è causa della resistenza aerodinamica per attrito. La posizione tenuta da chi va in bicicletta influenza molto la resistenza aerodinamica, così come anche la presenza di cavi per i freni e altro.[8] I ciclisti cercano infatti il più possibile la scia di chi li precede per mantenere la velocità desiderata al minimo sforzo, così come la postura corretta.

La postura del ciclista a velocità superiori ai 20–25 km/h, comincia ad essere molto importante. La postura meno efficiente è quella a busto eretto che si assume sulle "biciclette olandesi"; in quelle da corsa, con le mani sull'impugnatura bassa, si offre meno superficie alla resistenza dell'aria, e ancora meno nelle biciclette reclinate o recumbent.

La larghezza degli pneumatici è un fattore importante a seconda del tipo di terreno e velocità. Se usati su strada asfaltata e velocità elevate (sopra i 20–25 km/h) gli pneumatici stretti (tipici delle biciclette da corsa) offrono un minor attrito volvente, quindi sono più performanti. Per asfalti rovinati, sono preferibili pneumatici più larghi (tipici delle biciclette da città) perché garantiscono un ammortizzamento migliore delle asperità dell'asfalto. Per percorsi su terreni terrosi e accidentati, si utilizzano pneumatici larghi dotati di tasselli più o meno pronunciati (tacchetti), in modo da evitare lo slittamento della gomma. Per percorsi misti, strade asfaltate e fuoristrada, si utilizzano pneumatici larghi, con le dentature disposte solo lateralmente, in modo da avere minore resistenza in città e garantire la tenuta in piega su terreni terrosi, argillosi, ecc.

La situazione che massimizza la percorrenza, a parità di energia spesa, è quando la velocità è costante. Velocità tipiche (ovviamente indicative e soggettive) da bicicletta sono 15–25 km/h in pianura. Velocità superiori a 30 km/h cominciano a diventare impegnative se sostenute per più di qualche minuto. Velocità dai 35 ai 50 km/h sono tipiche dei gruppi di ciclisti anche amatoriali quando sono in gruppo e si alternano alla testa del gruppo, con picchi di 65 km/h. Velocità superiori ai 50 km/h sono da professionisti soprattutto se non si sta correndo in gruppo. Su strada piana le velocità che possono essere raggiunte dai professionisti sono sui 60–65 km/h, in volata anche 75 km/h. In discesa si possono superare i 100 km/h.[9] Scendere sotto una certa velocità minima è difficile perché sotto questo limite l'equilibrio e la stabilità dell'andatura diventano precari.[6]

La seguente tabella illustra, a titolo indicativo, la relazione fra velocità, energia e potenza necessaria all'avanzamento di una bicicletta da corsa. I parametri usati sono: peso del ciclista 75 kg, peso della bicicletta 10 kg, pneumatici da corsa.[10][11]

Velocità v (km/h) Potenza P1 (Watt) Energia E1 (kJ/km) Potenza P2 (Watt) Energia E2 (kJ/km)
Mani sul manubrio Mani sulle impugnature basse
5 5 3,6 5 3,6
10 15 5,4 14 5
15 32 7,7 29 7
20 60 10,8 55 9,9
25 103 14,8 94 13,5
30 166 19,9 149 17,9
35 251 25,8 224 23
40 363 32,7 323 29
45 504 40,3 448 35,8
50 680 49,0 602 43,3
55 894 58,5 790 51,7
60 1150 69,0 1015 60,9
65 1450 80,3 1279 70,8
70 1800 92,6 1587 81,6

Record di velocità

Le biciclette reclinate, generalmente abbinate all'utilizzo di una carenatura aerodinamica, sono i più veloci veicoli a propulsione umana (HPV, Human Powered Vehicle) e detengono sostanzialmente tutti i record di velocità in questa categoria: 130,78 km/h (Sebastiaan Bowier[12], 2013)[13] e 85,991 km/h nel record dell'ora (Fred Markham, 2006)[14].

Categorie

Biciclette a pedalata assistita

Questo tipo di bicicletta è dotata di una batteria ricaricabile, posta in un'apposita custodia che ne consente l'utilizzo e l'estrazione, per una ricarica dalla rete elettrica domestica. La normativa prevede che il motore venga attivato dalla pedalata e si spenga allorché la pedalata viene sospesa o si raggiunga la velocità massima di 25 km/h. Il motore elettrico ausiliario non deve avere una potenza superiore a 0,25 kW. Tali biciclette sono esenti da omologazione (direttiva europea 2002/24/CE, art. 1, punto h[15]) e, contrariamente ai ciclomotori, non richiedono il pagamento di un bollo di circolazione, né assicurazione, né uso obbligatorio del casco. Il motore può essere direttamente accoppiato ad una ruota (spesso quella anteriore) mediante ruote in gomma che fanno attrito sul cerchione, oppure collegato alla catena, oppure essere integrato nel mozzo della ruota stessa. Questi ausili possono essere usati più o meno occasionalmente per superare salite o per incrementare la velocità.

La bicicletta fotovoltaica è un sottotipo particolare che utilizza l'energia solare per ricaricare la batteria del motore elettrico, migliorando l'autonomia di viaggi. Il problema principale è il basso rendimento, generalmente dimezzato a causa dell'esposizione raramente perpendicolare ai raggi solari. Il pannello inoltre deve essere disposto in modo da non creare problemi aerodinamici che metterebbero in pericolo la sicurezza del ciclista. Simile a questa è la bicicletta a idrogeno[16]: la pedalata viene assistita mediante un motore elettrico, caricato da una cella a combustibile, che si aziona grazie alla combinazione di idrogeno, in forma «solida» di idruri metallici, con l'aria. Un apposito sensore regola la potenza, in base alla necessità rilevata, da erogare ai pedali. Il primo prototipo funzionante al mondo è stato realizzato dall'istituto per le tecnologie avanzate del CNR di Messina.[17]

Impieghi

Utilizzo in città

La bicicletta da città (detta city bike in inglese) è progettata per spostamenti cittadini. Le bici da uomo hanno un telaio "a diamante", mentre quelle da donna hanno un telaio a U; in entrambi i casi la seduta è verticale. Ci sono modelli con o senza cambio. Questo tipo di bici presenta spesso protezioni intorno alla catena e parafanghi per proteggere dall'acqua le parti meccaniche e i vestiti. I pedali non hanno attacchi fissi e non richiedono scarpe particolari come per le biciclette da corsa. Le biciclette da donna sono in genere sprovviste di una canna alta per facilitarne l'utilizzo con vestiti lunghi o gonne.

I copertoni non sono né larghi e tassellati come quelli da mountain bike né sottili, lisci e rigidi come quelli da corsa, ma hanno un battistrada intermedio. La sella è larga e morbida, per un utilizzo breve e senza l'abbigliamento rinforzato da ciclista. La bicicletta da città può essere provvista di portapacchi o cestini anteriori o posteriori. A volte anche di seggiolini per i bambini piccoli. In genere è dotata di un cavalletto per il parcheggio, per fermare la bici perpendicolarmente alla strada senza doverla appoggiare.

La European Cycling Challenge, una competizione fra città europee. Per tutto il mese di maggio le città che partecipano alla sfida gareggiano grazie ai propri cittadini. Scaricando l'app Cycling365, si tracciano i propri spostamenti in bici nell'area urbana, entro confini ben stabiliti, i chilometri fatti in sella vengono registrati e conteggiati per la città di appartenenza.[18]

Bike sharing

Lo stesso argomento in dettaglio: Bike sharing.

In alcune città sono promosse politiche di incentivo all'utilizzo della bicicletta quali la possibilità di "condividere" le biciclette, rendendole fruibili attraverso una rete di postazioni di deposito/prelievo, diversamente dal semplice noleggio. Il bike sharing (traducibile come "condivisione della bicicletta") può rappresentare anche un modo per aumentare l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici (autobus, tram e metropolitane), integrandoli tra loro (trasporto intermodale).

Biciclette da lavoro

Quale veicolo da lavoro, la bicicletta può disporre di diversi allestimenti e accessori per effettuare piccoli trasporti e consegne. Modifiche o personalizzazioni più profonde (compreso l'utilizzo di tricicli o cargobike) sono rappresentate dalla classica bicicletta da gelataio, dalla bicicletta dell'arrotino o dalla bicicletta del pompiere.[19]

Aspetti socio-economici

La bicicletta è uno strumento per fare attività fisica, di trasporto o di semplice svago od hobby. L'uso della bici è caratterizzato dall'inquinamento ambientale pressoché nullo, costi modesti, effetti positivi sulla salute e bassi ingombri del mezzo nel traffico cittadino.[20] In relazione agli altri mezzi di trasporto la bicicletta risulta il mezzo con minore dispendio di energie calcolato come rapporto energia spesa/persone trasportate[21][22].

La manutenzione della bicicletta è alla portata di chiunque per difficoltà tecnica e attrezzatura richiesta, accentuandone l'aspetto di mezzo popolare e indifferente alle classi sociali, e incoraggiando all'autoriparazione dei propri strumenti.

Le biciclette in Europa

L'uso della bicicletta nei vari stati europei è molto diverso. L'uso della bici è molto diffuso in Olanda, con il 31.2% della gente che indica la bicicletta come il suo principale mezzo di trasporto, contro il 48.5% che preferisce la macchina e un 11% i trasporti pubblici.[23][24] Nella città di Münster, in Germania, ci sono più biciclette che abitanti.[25] Anche nella capitale tedesca, Berlino, le biciclette sono molto diffuse, tanto dall'avere le piste ciclabili affiancate alla maggior parte dei marciapiedi.

Il mercato del settore ciclistico

Il mercato globale della bicicletta è stato stimato in 38,5 miliardi di euro per l'anno 2012, con 132,3 milioni di biciclette vendute all'anno.[26] Fino al 1965, la produzione mondiale di macchine e di biciclette era essenzialmente la stessa (20 milioni ciascuna), da li la produzione di biciclette arrivò a toccare le 100 milioni di unità all'anno, contro 42 milioni di autovetture fabbricate nello stesso periodo.[27]

In Italia nel 2014 sono state vendute quasi 1,65 milioni di biciclette in un anno.[28] Nel 2013 in Italia sono state vendute 51.405 biciclette a pedalata assistita.[29]

Trasporto in bicicletta

Lo stesso argomento in dettaglio: Mobilità ciclabile e Ciclabilità.

La bicicletta è stata fino a pochi decenni fa solo un fondamentale mezzo di trasporto, spesso l'unico a disposizione delle classi meno agiate. Lo sviluppo economico ha poi portato ad un'importante diffusione dell'automobile, che ha in gran parte soppiantato l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto. Con l'aumento del traffico urbano l'utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto è ridiventato concorrenziale. Sui percorsi urbani congestionati la bicicletta si dimostra spesso il mezzo più veloce, in particolare sui percorsi sotto i 10 km.[20] Il vantaggio aumenta notevolmente se si includono i tempi e/o costi di parcheggio, e diventa incolmabile se vengono conteggiate anche le ore di lavoro necessarie a mantenere un'autovettura. A favore della bicicletta, in qualità di mezzo di trasporto urbano, vanno ad aggiungersi l'estrema economicità rispetto agli altri mezzi e l'impatto ambientale nullo.

I bike-messenger

I bike-messenger (noti anche come "corrieri in bicicletta" o più semplicemente come messenger) sono persone che effettuano consegne muovendosi in bicicletta[30]. Possono lavorare per aziende di corrieri o in proprio. I corrieri in bicicletta hanno il vantaggio di poter meglio far fronte agli imprevisti del traffico, alle zone a traffico limitato e dei parcheggi rispetto ai classici furgoni. I messenger portano una grande varietà di articoli, tra i quali documenti che non possono essere inviati tramite posta elettronica. A volte questi corrieri fanno uso di radio portatili per coordinarsi fra di loro. Alcuni messenger possono usare degli appositi carrelini o delle cargo bike. La figura del bike-messenger è ripresa nel film del 2012 Premium Rush, dove un corriere in bicicletta è inseguito da un poliziotto corrotto che vuole impossessarsi di un messaggio che il messenger deve consegnare. Anche nel film Quicksilver - Soldi senza fatica il protagonista è un ex intermediario che ora lavora come corriere in bicicletta.

Il cicloturismo

Lo stesso argomento in dettaglio: cicloturismo.

Con questo termine si descrive una forma di turismo nel quale ci si sposta in bicicletta. In Europa ci sono percorsi dedicati ai viaggiatori in bici, come quelli del sistema EuroVelo.

I furti di biciclette

Le biciclette sono spesso rubate ai legittimi proprietari. È stato stimato che, in Italia, ogni anno vengano sottratte illegalmente circa 320 000 bici, con un danno economico pari a 150 milioni di euro.[31] La marcatura della bici può essere usata come deterrente per scoraggiare il furto del mezzo.

Secondo la legge italiana, chi acquista una bici rubata può incorrere nel reato di ricettazione (art. 648 codice penale) o acquisto di cose di sospetta provenienza (art. 712 c.p.), a seconda dei casi.[32]

Questo tipo di furto rappresenta il tema centrale del film Ladri di biciclette (1948), uno dei massimi capolavori del Neorealismo italiano.

Sicurezza e incidenti

L'utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto può presentare delle problematiche. Il rispetto del Codice della Strada da parte di ciclisti e automobilisti è fondamentale per evitare incidenti. Stime riferite all'anno 2014 riportano che, in Europa, l'8% di tutti i morti sulla strada sono stati ciclisti (7% in Italia), con un 57% dei decessi all'interno delle aree urbane; le lesioni più comuni fra chi usa la bici hanno interessato la testa e il collo.[33]

In città, la bici può essere soggetta ad incidenti in rotatoria, quando soprattutto nel momento in cui un automobilista si appresta a uscire dalla rotonda. Un possibile incidente per i ciclisti urbani è quello causato dall'incauta apertura degli sportelli delle autovetture parcheggiate a lato. In fase di sorpasso di un ciclista, è importante mantenere una adeguata distanza laterale. Nei mezzi pesanti gli angoli ciechi possono essere pericolosi per i ciclisti, perché non consentono all'autista una corretta visuale su alcune zone della strada.[34]

Nell'ambito della circolazione urbana di mezzi a motore e velocipedi, vi è da segnalare che in alcune grandi e medie città del mondo si è assistito all'organizzazione di eventi conosciuti con il nome di Massa critica o Critical Mass.

Le piste ciclabili

Lo stesso argomento in dettaglio: Pista ciclabile.

La pista ciclabile (o percorso ciclabile o ciclopista) è un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso, progettato per migliorare la sicurezza stradale e regolarizzare il traffico.

Dispositivi di sicurezza

Tra i dispositivi di sicurezza associati alla bicicletta, talora obbligatori in alcune legislazioni, vi sono i dispositivi di segnalazione acustici, come il campanello, o visiva, come luci e piastre catarifrangenti sulle ruote e sui pedali, o capi d'abbigliamento quali giubbotto e casco.

Distanze

Le distanze che si coprono in bicicletta vanno dalle poche centinaia di metri ai 1000 e più km delle randonnées come la Parigi-Brest-Parigi o dei viaggi turistici più impegnativi. I cicloamatori durante l'arco dell'anno nelle loro uscite possono percorrere in totale, a seconda dell'intensità e della costanza del loro impegno, da poche centinaia fino a parecchie migliaia di chilometri.

Negli ultimi anni si sono susseguiti molti tentativi da parte di ciclisti amatori e non di percorrere in bicicletta il giro del mondo. Il record è stato effettuato dall'ingegnere britannico Mike Hall con il tempo di quasi 92 giorni, nei quali ha toccato 20 nazioni e 4 continenti per un totale di 29.000 km, ovvero una media di 315 chilometri al giorno senza supporto su strada.[35]

Nel dicembre 2012 Juliana Buhring, di nazionalità tedesca ma residente in Italia da diversi anni, è stata la prima donna a compiere la stessa impresa, pedalando 29.000 km in solitaria senza supporto su strada per 144 giorni (152 inclusi gli spostamenti) e entrando nel Guinness dei Primati.[36][37]

Nel 2013 Robin Zobel percorse 120 metri con una bicicletta alta ben 6,3 metri.[38]

Sport

Lo stesso argomento in dettaglio: Ciclismo (sport).

Il ciclismo è lo sport in cui si utilizza la bicicletta. È controllato dall'Unione Ciclistica Internazionale (UCI); esistono storicamente tre specialità principali: il ciclismo su pista, il ciclismo su strada e il ciclocross, oltre al ciclismo fuoristrada, il mountain biking. Esistono poi anche le competizioni di BMX, quelle di trial, quelle di ciclismo indoor e quelle di paraciclismo. Queste otto discipline sono quelle riconosciute dall'UCI. La bicicletta è anche usata nel Triathlon (uno sport multidisciplinare in cui si alternano nuoto, ciclismo e corsa e nel Duathlon (ciclismo e corsa).

Il ciclismo ai giochi olimpici c'è stato dalla prima edizione, quella di Atene 1896. Il programma aggiornato all'edizione di Londra 2012 prevedeva 18 gare, 9 maschili e 9 femminili, distribuite su quattro specialità: Ciclismo su strada, Ciclismo su pista, mountain biking e BMX.

Per il ciclismo su strada, le tre principali corse a tappe della stagione professionistica sono il Giro d'Italia, il Tour de France e la Vuelta a España.

Note

  1. ^ Art. 50. Velocipedi, aci.it..
  2. ^ La bicicletta nacque due secoli fa, Quattroruote, aprile 1973, pag.168
  3. ^ a b c d storia della bicicletta, erewhon.ticonuno.it.
  4. ^ Termine «biciclo» nel vocabolario Treccani online, treccani.it.
  5. ^ Rover safety bicycle, 1885, makingthemodernworld.org.uk.
  6. ^ a b Perché le bici stanno in equilibrio?, bikeitalia.it.
  7. ^ How to ride a bike the right way, using science, washingtonpost.com.
  8. ^ Science of Cycling:Aerodinamics & Wind Resistance, exploratorium.edu.
  9. ^ Carlo Turchetto e Nicola Nicoletti, DIVENTARE DISCESISTA, su cycling.it, La Bicicletta, maggio 1996. (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2012).
  10. ^ Dati elaborati da 2peak
  11. ^ Il valore E1 è stato calcolato con la formula E1=3,6*P1/v, E2 con E2=3,6*P2/v.
  12. ^ Cyclist Sebastiaan Bowier Breaks Speed Record, in Sky News, 17 settembre 2013. URL consultato il 3 febbraio 2015 (archiviato il 18 settembre 2013).
  13. ^ Nevada: 133 chilometri all'ora con la bici-siluro, è record, la Repubblica, 18 settembre 2013. URL consultato il 13 febbraio 2015.
  14. ^ Dempsey-MacCready One Hour Record Attempts, in www.recumbents.com, 11 maggio 2006. URL consultato il 13 febbraio 2015 (archiviato il 10 settembre 2012).
  15. ^ Direttiva Europea 2002/24/CE, ambike.it.
  16. ^ Giovanni Caprara, Ecco la bici superpulita a idrogeno, 4 novembre 2009. URL consultato il 13 febbraio 2015.
  17. ^ Ecco la bici superpulita a idrogeno, corriere.it.
  18. ^ Instructions, cyclingchallenge.eu.
  19. ^ Fermo Galbiati e Nino Ciravegna, La bicicletta, Bycicle, Milano, BE-MA, 1989, pp. 44-45, ISBN 88-7143-080-8.
  20. ^ a b città in bicicletta, pedalando verso l’avvenire (PDF), Commissione europea, DG XI, p. 19. URL consultato il 7 dicembre 2015.
  21. ^ Lo spreco di energia motoristico, bicicletta.bonavoglia.eu.
  22. ^ Trying to travel in a city? Biking is the best (or at least most energy-efficient) mode, treehugger.com.
  23. ^ Why is cycling so popular in the Netherlands?, bbc.com.
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