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Il bullone è un elemento di giunzione, smontabile, tra due parti meccaniche, solitamente formato da un elemento maschio (una vite) e da un elemento femmina (dado o controrivetto), entrambi con una parte di minore diametro che si inserisce nelle parti da giungere e di una di maggiori dimensioni fuori che serve per l'appoggio e la compressione delle parti giunte. L'accoppiamento delle parti da congiungere avviene forando queste e facendo attraversare il foro comune ai due pezzi con il maschio e accoppiando questa con una femmina situata al lato opposto. Un esempio tipico è un maschio costituito da una vite a testa esagonale o più raramente, a testa cilindrica con esagono incassato (brugola), quadrata o svasata. La femmina corrispondente è un dado solitamente di forma esagonale che presenta un foro in cui è ricavata una filettatura complementare a quella della vite.[2][3] I fori praticati negli oggetti da unire non devono essere filettati, e devono consentire il libero scorrimento del bullone. La filettatura della vite normalmente non è presente per tutta la sua lunghezza, poiché non ha nessuna utilità nella zona interna allo spessore dei materiali. Spesso non ha il corpo completamente filettato per dare una maggiore resistenza al taglio.
Se da un punto di vista della definizione in ambito tecnico il termine bullone identifica l'accoppiata di vite e dado, nel linguaggio comune, e anche in alcuni testi tecnici del passato, non è raro che venga identificato con questo termine solo la vite[4][5][6] o solo il dado[3]. Il termine deriva dal francese boulon[2]. Il bullone si distingue dal rivetto, che non è smontabile.
I dati caratteristici del bullone sono il diametro e la lunghezza. Il diametro è pari al diametro esterno della filettatura, che è lo stesso della parte cilindrica non filettata. La lunghezza è quella del gambo, ad eccezione dei bulloni a testa svasata nei quali la lunghezza comprende anche la testa. Nella giunzione bullonata il bullone può essere assimilato ad una molla che comprime tra loro le due superfici a contatto generando un attrito che ne impedisce lo scorrimento. Pertanto, la giunzione non è assicurata per la presenza del bullone che impedisce il taglio, dato che il gambo del bullone non dovrebbe nemmeno toccare i lembi del foro in cui è inserito. Se avviene lo scorrimento fra le due superfici a contatto la giunzione è considerata distrutta.
Al tempo della carpenteria prevalentemente chiodata il bullone sostituiva in alcuni casi il chiodo, in altri ne accompagnava l'impiego. Si usavano bulloni quando la ribaditura del chiodo appariva impossibile per mancanza di spazio, quando il rifollamento del gambo era ostacolato da un eccessivo spessore da chiodare (spessore superiore a circa 6 volte il diametro del chiodo), quando si prevedevano importanti trazioni nei gambi o quando sussisteva la prospettiva di un successivo smontaggio.
I bulloni preferiti allo scopo, in sostituzione ai chiodi in giunti stabili di strutture non secondarie, erano torniti e venivano piazzati in fori calibrati. Essendo assai limitato il gioco foro-bullone (0,2÷0,3 mm), tutti i fori dovevano essere alesati in cantiere, ciò che portava a costi superiori a quelli dei chiodi.
Bulloni normali venivano impiegati su strutture secondarie e, correntemente, per l'accostamento delle superfici dei giunti chiodati. La comparsa dei bulloni ad alta resistenza (che possono lavorare ad attrito e che possono essere montati in fori con gioco maggiore) ed il perfezionamento della tecnica dei giunti ad attrito, che si è avuta in Europa fra gli anni 1953 e 1957 (le prime ricerche ed applicazioni dei bulloni ad alta resistenza si ebbero negli USA intorno al 1940) hanno via via prodotto, nei cantieri, una progressiva sostituzione dei chiodi con bulloni ad alta resistenza.
Come già accennato in precedenza il bullone è costituito da una vite e da un dado.
La vite è costituita da tre elementi:
Poiché le viti e i dadi sono unificati tutte le caratteristiche geometriche sono rilevabili dalle tabelle UNI di riferimento.
Per il loro accoppiamento le filettature della vite e del dado(la filettatura interna al dado è detta madrevite) devono essere dello stesso tipo.
Il bullone è molto utile ogni qual volta si desideri unire due parti (studiate per questo tipo d'assemblaggio) tra loro, invece che utilizzare la saldatura o il metodo ad incastro. Questo tipo d'unione permette di smontare e rimontare velocemente (a differenza della saldatura) i due componenti senza che questi si rovinino, cosa probabile con il metodo ad incastro.
Il bullone può essere corredato o meno da dispositivi ausiliari, atti solitamente a impedirne lo svitamento. Questi dispositivi possono essere controdadi, rondelle, piastrine d'arresto, rosette elastiche, spine e copiglie, o semplicemente adottando un dado autobloccante o un frenafiletti.
Lo stesso argomento in dettaglio: Filettatura. |
La designazione di una vite a testa esagonale larga ad alta resistenza per carpenteria avviene secondo il seguente schema:
Nel caso di vite a passo fine si indica anche il passo della filettatura:
La designazione di dado esagonale largo ad alta resistenza per carpenteria avviene secondo il seguente schema:
Nel caso di bullone a passo fine si indica anche il passo della filettatura:
Esistono le seguenti classi di filettatura:
Oltre alle geometrie del profilo e al metodo di identificazione delle dimensioni della filettatura, le norme ISO 261 ed ISO 262 indicano anche una lista di combinazioni standard per quanto riguarda le dimensioni di diametro nominale, passo della filettatura, diametro della testa, tolleranze geometriche dovute ai diversi tipi di lavorazione ed altro ancora.
ISO 261, intitolata ISO general purpose metric screw threads -- General plan, è una norma che riporta uno standard internazionale che definisce una dettagliata lista di combinazioni per quanto concerne il diametro nominale e il passo della filettatura.[7]
ISO 262, intitolata ISO general purpose metric screw threads -- Selected sizes for screws, bolts and nuts, è una norma costituita da una breve lista di dimensioni della filettatura, sottoinsieme di quelle riportate nella più generale norma ISO 261.[8] Tale lista viene riportata di seguito:
Diametro nominale D (mm) |
Passo P (mm) |
Testa vite | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
Prima scelta |
Seconda scelta |
grosso | fine | Altezza H (mm) |
Lato piatto A/F (mm) |
Diametro esterno A/C (mm) |
1 | 0.25 | |||||
1.2 | 0.25 | |||||
1.4 | 0.3 | |||||
1.6 | 0.35 | |||||
1.8 | 0.35 | |||||
2 | 0.4 | |||||
2.5 | 0.45 | |||||
3 | 0.5 | 2.125 | 5.5 | 6.4 | ||
3.5 | 0.6 | |||||
4 | 0.7 | 2.925 | 7 | 8.1 | ||
5 | 0.8 | 3.65 | 8 | 9.2 | ||
6 | 1 | 0.75 | 4.15 | 10 | 11.5 | |
7 | 1 | |||||
8 | 1.25 | 1 | 5.65 | 13 | 15 | |
10 | 1.5 | 1.25 or 1 | 7.18 | 17 | 19.6 | |
12 | 1.75 | 1.5 or 1.25 | 8.18 | 19 | 22.1 | |
14 | 2 | 1.5 | ||||
16 | 2 | 1.5 | 10.18 | 24 | 27.7 | |
18 | 2.5 | 2 or 1.5 | ||||
20 | 2.5 | 2 or 1.5 | 13.215 | 30 | 34.6 | |
22 | 2.5 | 2 or 1.5 | ||||
24 | 3 | 2 | 15.215 | 36 | 41.6 | |
27 | 3 | 2 | ||||
30 | 3.5 | 2 | 19.26 | 50 | 53.1 | |
33 | 3.5 | 2 | ||||
36 | 4 | 3 | 23.26 | 55 | 63.5 | |
39 | 4 | 3 | ||||
42 | 4.5 | 3 | ||||
45 | 4.5 | 3 | ||||
48 | 5 | 3 | ||||
52 | 5 | 4 | ||||
56 | 5.5 | 4 | ||||
60 | 5.5 | 4 | ||||
64 | 6 | 4 |
Diametro nominale foro D (mm) |
Passo P (mm) |
Misura piatti A/F (mm) |
Diametro esterno A/C (mm) |
Height H (mm) | ||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1ma scelta |
2da scelta |
grosso | fine | Dadi esagonali | Mezzi dadi | Dadi in Nylon | ||
1 | 0.25 | |||||||
1.2 | 0.25 | |||||||
1.4 | 0.3 | |||||||
1.6 | 0.35 | |||||||
1.8 | 0.35 | |||||||
2 | 0.4 | 4 | 1.6 | 1.2 | - | |||
2.5 | 0.45 | 5 | 2 | 1.6 | - | |||
3 | 0.5 | 5.5 | 6.4 | 2.4 | 1.8 | 4 | ||
3.5 | 0.6 | |||||||
4 | 0.7 | 7 | 8.1 | 3.2 | 2.2 | 5 | ||
5 | 0.8 | 8 | 9.2 | 4 | 2.7 | 5 | ||
6 | 1 | 0.75 | 10 | 11.5 | 5 | 3.2 | 6 | |
7 | 1 | 11 | 5.5 | 3.5 | - | |||
8 | 1.25 | 1 | 13 | 15 | 6.5 | 4 | 8 | |
10 | 1.5 | 1.25 or 1 | 17 | 19.6 | 8 | 5 | 10 | |
12 | 1.75 | 1.5 or 1.25 | 19 | 22.1 | 10 | 6 | 12 | |
14 | 2 | 1.5 | 22 | 11 | 7 | 14 | ||
16 | 2 | 1.5 | 24 | 27.7 | 13 | 8 | 16 | |
18 | 2.5 | 2 or 1.5 | 27 | 15 | 9 | 18.5 | ||
20 | 2.5 | 2 or 1.5 | 30 | 34.6 | 16 | 10 | 20 | |
22 | 2.5 | 2 or 1.5 | ||||||
24 | 3 | 2 | 36 | 41.6 | 19 | |||
27 | 3 | 2 | ||||||
30 | 3.5 | 2 | 50 | 53.1 | 24 | |||
33 | 3.5 | 2 | ||||||
36 | 4 | 3 | 55 | 63.5 | 29 | |||
39 | 4 | 3 | ||||||
42 | 4.5 | 3 | ||||||
45 | 4.5 | 3 | ||||||
48 | 5 | 3 | ||||||
52 | 5 | 4 | ||||||
56 | 5.5 | 4 | ||||||
60 | 5.5 | 4 | ||||||
64 | 6 | 4 |
I bulloni normali vengono impiegati per le giunzioni a taglio, nelle quali la resistenza del giunto è affidata alla capacità di resistenza a taglio della sezione del gambo del bullone impegnate nel giunto; mentre quelli ad alta resistenza vengono impiegati per le giunzioni ad attrito, nelle quali l'efficacia del giunto è affidata all'attrito prodotto dalla pretensione dovuta al momento di serraggio (precarico) a cui è sottoposto il bullone.
Sia i bulloni normali che ad alta resistenza vengono serrati, ma solo in quelli ad alta resistenza possiamo fare affidamento sul funzionamento ad attrito fra le piastre (bulloni precaricati). In quelli normali viene fatto solo per evitare infiltrazioni d'acqua nella fessura fra le piastre (bulloni serrati).
I bulloni ad alta resistenza possono essere utilizzati anche per le giunzioni a taglio, ma in questo caso il loro impiego risulta non giustificato ed antieconomico.
Ambedue le tipologie di bulloni possono essere realizzate con acciaio non legato (brunito e zincato a caldo) o legato a bassa o medio tenore di carbonio ma per quelli ad alta resistenza il materiale viene sottoposto ad un trattamento di tempra e rinvenimento.
I bulloni utilizzati in carpenteria hanno viti tabellate per classi secondo UNI EN ISO 898-1:2001, specificate da due numeri con il primo indicante la resistenza ultima ft (espressa in MPa) diviso 100, e il secondo dato dal rapporto della resistenza a snervamento fy /resistenza ultima ft (espresse in MPa) moltiplicato per 10. Pertanto una vite di classe 4.6 ha:
Si distinguono le seguenti classi con le relative proprietà meccaniche:
Classe | Resistenza a taglio (fk,V) | Resistenza a trazione/compressione (fk,N) | Resistenza a snervamento (fy) | Resistenza ultima (ft) | Allungamento % (A%) |
4.6 | 170 MPa | 240 MPa | 240 MPa | 400 MPa | 22 |
5.6 | 212 MPa | 300 MPa | 300 MPa | 500 MPa | 20 |
6.8 | 255 MPa | 360 MPa | 480 MPa | 600 MPa | 16 |
8.8 | 396 MPa | 560 MPa | 640 MPa | 800 MPa | 12 |
10.9 | 495 MPa | 700 MPa | 900 MPa | 1000 MPa | 9 |
12.9 | 594 MPa | 840 MPa | 1080 MPa | 1200 MPa | 8 |
Questi valori caratteristici andranno divisi per un coefficiente di modello e uno di sicurezza del materiale per i calcoli di progetto.
Le classi 8.8, 10.9 e 12.9 sono dette ad alta resistenza mentre le classi precedenti sono dette normali.
I bulloni utilizzati in carpenteria hanno dadi tabellate per classi secondo UNI EN 20898-2, specificate da un numero indicante minima resistenza di prova (espressa in MPa) diviso 100.
Pertanto un bullone di classe 10. ha:
Questa resistenza di prova è pari alla resistenza a trazione minima di un bullone che, accoppiato con il corrispondente dado, viene sollecitato fino al carico di rottura ammissibile del bullone.
Per qualsiasi tipologia di giunzione bullonata le viti e i dadi devono essere associati come riportato nel seguente prospetto:
normali | ad alta resistenza | |
vite | 4.6 5.6 6.8 | 8.8 10.9 12.9 |
dado | 4.0 5.0 6.0 | 8.0 10.0 12.0 |
Nota la coppia di serraggio corrispondente al diametro del bullone, al passo della sua filettatura ed alla qualità dell'acciaio di cui è costituito, è possibile effettuare il serraggio del bullone. Il serraggio può essere manuale con chiave dinamometrica o con chiave pneumatica ad impulsi. Nel primo caso è possibile operare:
Tali chiavi hanno l'inconveniente di essere molto ingombranti. Nel secondo caso si hanno tre procedimenti:
Quando un collegamento bullonato è soggetto a carichi variabili o vibrazioni le viti tendono a ruotare e quindi il collegamento tende ad allentarsi.
Per evitare questo problema si possono utilizzare i seguenti accorgimenti:
I bulloni, essendo materiali da costruzione rientrano nelle disposizione della Direttiva 89/106/CEE e pertanto devono essere soggetti a marcatura CE.
La norma armonizzata UNI EN 14399-1 recepisce i contenuti della Direttiva 89/106/CEE e specifica i requisiti generali per la bulloneria strutturale ad alta resistenza a serraggio controllato.
Pertanto i bulloni devono riportare le seguenti marcature, per rilievo o per incisione, nel rispetto anche della UNI EN ISO 898:
Solo gli elementi di fissaggio marcati conformemente possiedono le caratteristiche previste dalla norma.
Per i bulloni inox, secondo la UNI EN ISO 3506, va aggiunta anche la marcatura della qualità dell'acciaio secondo le seguenti sigle:
in questo caso la classe di resistenza (con riferimento allo stato metallurgico) è indicata da un numero pari ad 1/10 del carico unitario di rottura (in MPa) e precisamente:
Pertanto un bullone con marcatura A1 50 è un bullone in acciaio inox del gruppo austenititico che ha subito un trattamento di addolcimento e che ha una carico unitario a rottura di 500 MPa.
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