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Voce principale: Marte (astronomia).
La realizzazione di una missione spaziale umana su Marte è uno degli obiettivi a lungo termine fissati dall'astronautica fin dal suo inizio. Ritenuta inizialmente un tema della fantascienza, è diventata per alcuni scienziati, in seguito allo sbarco dell'uomo sulla Luna avvenuto nel 1969, la prossima fase dell'esplorazione dello spazio. Tuttavia il successo di questo progetto richiede risorse finanziarie ancora ben al di sopra di quelle del programma Apollo, che si era realizzato in presenza di una combinazione particolarmente favorevole di circostanze: la guerra fredda e la ripresa economica. Il volo con equipaggio su Marte è anche una sfida tecnica e umana di dimensioni incomparabili rispetto a quella che si è affrontata per il volo verso la Luna. Infatti entrano in gioco dei fattori quali la dimensione di una nave spaziale destinata alla spedizione, il sistema di supporto vitale a circuito chiuso destinato a funzionare per lunghi almeno 900 giorni e la garanzia di una prolungata affidabilità. Inoltre vanno presi in considerazione anche i problemi psicologici di un equipaggio confinato in un piccolo spazio in un ambiente stressante e i problemi fisiologici derivanti dall'assenza di gravità per periodi prolungati e l'effetto delle radiazioni sul corpo umano.
Nel campo dell'esplorazione dello spazio, Marte occupa un posto speciale tra i pianeti del sistema solare. Anche se possiede un raggio la metà di quello terrestre ed è più lontano dal Sole rispetto alla Terra, per cui l'intensità dei raggi solari è la metà di quella sulla Terra, Marte è il pianeta le cui caratteristiche sono più vicine al nostro. La conseguenza è che la probabilità di scoprirvi forme di vita passate o presenti è la più alta nel sistema solare. Marte oggi è un pianeta freddo, asciutto e quasi privo di atmosfera, ma in un lontano passato era caldo e l'acqua scorreva sulla sua superficie. Più lontano dalla Terra rispetto a Venere, ciononostante è ad una distanza che permette, con le tecnologie a nostra disposizione, a un veicolo spaziale di raggiungerlo con un volo di una durata tra i 6 e i 9 mesi grazie ad una traiettoria a massimo risparmio di propellente. L'acqua non scorre più in superficie, ma è abbondante nelle calotte polari e nelle zone ombreggiate dei crateri, anche a latitudini molto basse. Ossigeno, azoto, idrogeno, carbonio, i principali elementi chimici necessari per l'installazione di una colonia, sono presenti sia nell'atmosfera sia nel suolo del pianeta.
Oltre quaranta veicoli spaziali Orbiter, LG e Rover sono stati inviati su Marte dall'inizio degli anni '60. Dopo una pausa di quasi 15 anni, dal 1996 si è iniziato a inviare un nuovo veicolo spaziale ad ogni apertura della finestra di lancio per Marte, ovvero ogni 26 mesi. Grazie a questo afflusso di veicoli dotati di strumenti scientifici sempre più sofisticati e adattabili si sono raccolti molti dati scientifici e fatte molte scoperte. Nonostante i progressi nel campo dell'elettronica e dell'informatica utilizzati da questi dispositivi robotici, l'invio di un equipaggio sul suolo marziano presenta diversi vantaggi importanti [1]:
La volontà di raggiungere straordinari obiettivi scientifici è stata la prima motivazione avanzata per giustificare l'invio di astronauti sul suolo marziano.[senza fonte] La designazione di questi obiettivi dipende dai mezzi che saranno concessi agli equipaggi: il numero e la durata delle uscite extraveicolari, la capacità di trasporto dei veicoli, le apparecchiature di analisi disponibili sul sito, gli strumenti di misura (stazioni meteorologiche, ecc...), la capacità di penetrare il terreno con dei trapani, l'energia disponibile e generabile sul posto, il coinvolgimento di rover robotici. Sarà data priorità alla ricerca che non può essere condotta dai robot come è stato fatto fino ad oggi.
Tre aree scientifiche sono interessate:
Tuttavia, dato l'enorme costo di una missione su Marte, è molto probabile che le motivazioni politiche e sociali avranno un ruolo ancora più grande rispetto agli obiettivi scientifici nella decisione di lanciare il progetto. Infatti il programma Apollo, l'unico programma spaziale di questa portata, era stato lanciato per contrastare l'influenza e il prestigio dell'Unione Sovietica che, tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, aveva surclassato gli Stati Uniti nei viaggi spaziali in un contesto di guerra fredda tra i due paesi.
L'invio di un equipaggio sulla superficie di un altro pianeta è un'impresa la cui complessità è ben illustrata dai circa circa 170 miliardi di dollari di costo del programma Apollo degli anni '60, impresa che rimane l'unico tentativo riuscito fatto in questo campo. Tuttavia da allora, mentre i progressi tecnici nel campo dell'elettronica sono stati enormi, non altrettanto lo sono stati quelli nel campo della propulsione spaziale. Nessun particolare passo avanti è stato compiuto nel campo della propulsione spaziale e ciò è dimostrato dall'applicazione di motori sviluppati negli anni '60 su lanciatori usati recentemente. Per questi e per altri motivi l'invio di uomini su Marte è un obiettivo molto più complicato dell'atterraggio di un equipaggio sulla Luna.
Lo svolgimento di una missione umana su Marte comprenderebbe le seguenti fasi:
1) La singola nave o più navi sarebbero lanciate in un'orbita terrestre bassa. Una sosta in un'orbita terrestre bassa avrebbe lo scopo di prepararsi per il momento giusto per una traiettoria ottimale verso Marte ed eventualmente lo scopo di assemblare le navi stesse qualora fossero state lanciate in parti separate per motivi legati alla capacità dei lanciatori;
2) la nave verrebbe indirizzata a una traiettoria verso Marte: con una breve accensione dei motori, per allontanarsi dalla gravità della Terra sarebbe necessaria solo una velocità 3,82 km/s: 3,22 km/s per raggiungere la velocità di fuga e ulteriori 0,6 km/s per raggiungere il punto di trasferimento o di non ritorno tra la Terra e Marte;
3) il viaggio Terra Marte continuerebbe per l'inerzia acquisita e le correzioni di direzione eventualmente necessarie consumerebbero solo una limitata quantità di combustibile.
A seconda che si volesse ottimizzare o meno la durata del viaggio, questa potrebbe variare da un minimo di 180 giorni a un massimo di 260 giorni;
4) la nave entrerebbe in un'orbita marziana bassa decelerando di 2,3 km/s. In molti scenari la nave da utilizzare per il ritorno sulla Terra rimarebbe in orbita e l'equipaggio utilizzerebbe un'altra nave per scendere su Marte;
5) affinché la navi atterri su Marte è necessario ridurre la velocità da 4,1 km/s a 0, se possibile, utilizzando solo tecniche passive che sfruttano la presenza di atmosfera marziana (resistenza aerodinamica, paracadute di frenata) per non dover portare carburante a questo scopo. Il modulo lunare Apollo che è dovuto atterrare sulla Luna con l'ausilio di razzi proprio per l'assenza di una atmosfera aveva speso il 50% della sua massa (8 di 16 tonnellate) di carburante per decelerare solo di 1,6 km/s;
6) l'equipaggio rimarrebbe su Marte da 30 a 550 giorni a seconda degli scenari;
7) l'equipaggio lascerebbe il suolo marziano con un veicolo che deve raggiungere una velocità di 4,1 km/s per giungere in orbita bassa;
8) Sempre a seconda dello scenario, l'equipaggio verrebbe trasbordato sulla nave per il ritorno che accelererebbe almeno a 2,3 km/s per raggiungere l'orbita della Terra;
9) il viaggio di ritorno durerebbe da 180 a 430 giorni a seconda degli scenari e terminerebbe con il rientro in un'orbita terrestre bassa;
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Nota: Il grassetto indica le missioni in corso di svolgimento. |
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