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Una macchina da presa cinematografica (per ellissi spesso chiamata semplicemente macchina da presa), anche chiamata cinepresa, è un apparato che registra (impressiona) una sequenza di immagini fotografiche in rapida successione temporale su di una pellicola cinematografica continua per via fotochimica.
La pellicola utilizzata da tali apparecchi è costituita di celluloide, poliestere o altro materiale analogo ed è tipicamente fornita di perforazioni per il trascinamento meccanico della stessa, pur esistendo alcune eccezioni. La sequenza di singole immagini così ottenuta su pellicola potrà poi essere riprodotta mediante un proiettore ottenendo così un'immagine animata.
La macchina viene utilizzata espressamente nel contesto dell'arte cinematografica.
La realizzazione della macchina da presa va di pari passo con la storia della fotografia e la storia del cinema. Il tutto si fa risalire al brevetto di George Eastman ed è conseguente la produzione industriale della pellicola (Rollfilm), fra le cui applicazioni c'è la realizzazione da parte di Thomas Alva Edison della prima macchina da presa funzionante, il cinetoscopio.
I Fratelli Lumière nel 1892 realizzarono il loro cinematografo, una macchina da presa che in un solo apparato era duplicatore e proiettore. Entrambi gli apparati utilizzavano la pellicola perforata da 35 mm, che veniva trascinata con l'aiuto di un trascinatore.
Il cinematografo faceva tuttavia scorrere il film in verticale invece che in orizzontale e corrispondeva perciò ampiamente alla moderna tecnica della macchina da presa.
Fin dall'invenzione della macchina da presa furono realizzate anche macchine amatoriali. Già nel 1898 Birth Acres registrò in Inghilterra un brevetto per una macchina chiamata Birtac, progettata per impressionare solo metà della pellicola da 35 mm: un'antesignana del formato 16 mm che tanta fortuna avrebbe avuto in seguito. La prima macchina a 16 mm fu prodotta dalla Kodak nel 1923, nel 1928 dotata di pellicola a colori. Nel 1925 la prima macchina realizzata da Arri era una camera amatoriale da 35 mm a manovella (Kinarri 35). La Kodak produsse nel 1932 la prima macchina da 8 mm: il vantaggio doveva essere quello di ridurre i costi di sviluppo con la riduzione delle dimensioni della pellicola. Fu la base per lo sviluppo dei cosiddetti passi ridotti, che riscossero un grande successo, specialmente in ambito familiare, fino alle prime videocamere. Anche se furono sviluppate come macchine amatoriali, quelle da 16 mm, molto maneggevoli, furono impiegate sempre più spesso in ambito giornalistico.
La diffusione del cinema sonoro richiese un isolamento acustico per le macchine da presa, troppo rumorose per le riprese sonore. Inizialmente le riprese sonore furono possibili solo in studio, dove la rumorosa macchina poteva essere inserita in una specie di scatola a prova di rumore. A partire dal 1953 vennero sviluppati i cosiddetti Blimp, gusci insonorizzati che avvolgevano la macchina seguendone le forme. I primi erano però difficili da maneggiare, e ostacolavano gli operatori durante le riprese. Solo nel 1957 venne sviluppato un grosso Blimp totalmente a prova di rumore per la Arriflex 35 Iib, in cui la macchina si poteva inserire con relativa facilità.
Due innovazioni decisive si devono a Erich Kästner, capo-costruttore della Arnold & Richter (Arri): nel 1937 sviluppò un sistema reflex che, per la prima volta, permetteva di vedere nel mirino un'immagine chiara e con i lati non invertiti anche durante le riprese.
Nel 1972 Kästner costruì una macchina da presa da 35 mm sonora e da spalla (Arriflex 35 BL), che permetteva le riprese di audio e video in qualsiasi situazione. Per ambedue le innovazioni a Kästner venne attribuito l'Oscar per la tecnica.
A tutt'oggi i film vengono girati quasi esclusivamente in 35 mm, ma negli ultimi anni si stanno affermando anche in questo settore le videocamere digitali. La pellicola da 16 mm viene utilizzata in ambito professionale solo in alcune produzioni televisive. Le ditte Arnold & Richter (Arri) e Panavision si dividono il mercato mondiale delle macchine da presa professionali da 35 mm. Produttori di nicchia come Aaton (già Eclair) e Mitchell-Fries oggi non vengono più utilizzati nell'ambito delle grosse produzioni cinematografiche. Macchine ad alta velocità della ditta Photosonics vengono utilizzate nell'ambito della pubblicità, degli effetti speciali e per scopi di ricerca scientifica con velocità comprese tra 360 (con meccanismo d'aggancio e movimento intermittente) e 2100 fotogrammi al secondo (con sistema prismatico). Macchine da 16 mm vengono prodotte anche da altre aziende.
Il principio su cui si basano la cinepresa e anche il proiettore è quello della permanenza sulla retina di un'immagine, che permette all'osservatore di percepire una sequenza di immagini come una scena in movimento. Il movimento viene percepito come scorrevole e naturale con una velocità compresa tra i 18 ed i 25 fotogrammi al secondo.
Nonostante numerose innovazioni tecniche dal momento dell'invenzione, il funzionamento di base è rimasto invariato: la pellicola non impressionata esce dal magazzino (caricatore, cassetta o bobina) e viene guidata attraverso dei rulli in una posizione vincolata. Qui passa davanti sul piano focale e avviene l'impressione della pellicola.
Dopo l'impressione di un fotogramma, un otturatore rotante chiude il passaggio della luce, la pellicola avanza di un fotogramma e viene bloccato da un'apposita pinza che si incastra nella perforazione e la blocca per il tempo scelto per l'impressione di un nuovo fotogramma. La meccanica delle pinze e quella dell'otturatore sono collegate fra di loro, in modo che l'otturatore rimanga chiuso mentre la pellicola è in movimento.
La meccanica è stata perfezionata e rimpicciolita col tempo: le maggiori innovazioni tecniche hanno riguardato la maneggevolezza ed il comfort d'uso. Le prime macchine da presa funzionavano a manovella, in seguito è stato applicato un sistema a molla. Oggi si usano normalmente motori elettrici alimentati da batterie.
L'apertura e chiusura della finestrella ricavata sull'otturatore rotante determina il tempo di esposizione in combinazione con la velocità di scorrimento della pellicola. Con una frequenza di 24 fotogrammi al secondo il tempo di otturazione risulta essere di 1/50 di secondo per ciascun fotogramma. Esposizioni minori o maggiori si ottengono diminuendo o aumentando l'apertura della finestrella dell'otturatore rotante.
Accanto al classico formato da film, le macchine da presa professionali si differenziano per i campi di applicazione: le macchine SyncSound vengono usate per riprese in cui si registra anche il sonoro contemporaneamente. Sono molto silenziose: meno di 20 dB. Le rumorose MOS-Camera vengono di norma utilizzate solo in riprese ad alta velocità, in cui non viene registrato il sonoro.
La macchina da presa si distingue quindi da:
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