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Il tachimetro (dal greco ταχύς tachýs, "veloce") è lo strumento di misura della velocità istantanea di un mezzo di trasporto, generalmente terrestre (per mezzi aerei o navali si ricorre ad altri nomi).
Fu inventato e brevettato nel 1888 dal croato Josip Belušić, che inizialmente lo chiamò "velocimeter".[1]
Questo dispositivo è ormai universalmente installato su qualsiasi veicolo a motore, ma inizialmente questo strumento ha incominciato a essere disponibile come opzionale nel 1900, e come equipaggiamento standard dal 1910 in poi.
I tachimetri per i veicoli specifici hanno nomi specifici e utilizzano altri mezzi di rilevamento della velocità: ad esempio, per una barca, si tratta di un tubo di Pitot; per un aereo, si tratta di un indicatore di airspeed (che sostanzialmente rileva il dato da un tubo di Pitot oppure da sensori con funzionamento analogo).
Il tachimetro è obbligatorio per i mezzi la cui velocità di progetto superi i 25 km/h.
In Italia dopo il 1993, per legge sui veicoli a motore deve indicare sempre una velocità leggermente maggiore di quella reale e molti hanno sfruttato la cosa, producendo tachimetri non regolari nella segnalazione della velocità (con un errore di segnalazione non progressivo), per non dover studiare una scala adatta e specifica (i vecchi tachimetri avevano una scala non progressiva, in modo da correggere gli errori di segnalazione)[senza fonte].
Tale strumento può essere analogico o digitale, definendo così il tipo d'interfaccia usato per comunicare la velocità al guidatore, l'indicazione può essere sia in km/h sia in mph, generalmente in base a dove il veicolo viene venduto e/o alla nazionalità del costruttore, anche se adesso vengono prodotti tachimetri universali, cioè con tutte e due le scale di misurazione nel caso questo sia analogico; invece con il tachimetro digitale, bisogna impostare il tipo di scala.
L'obbligo del tachimetro avvenne in modo dilazionato nel tempo, con obblighi differenti a seconda delle diverse categorie. In Europa gli ultimi veicoli stradali ad adoperare obbligatoriamente il tachimetro furono i mezzi a 2 e 3 ruote il 1º luglio 2001, mentre per i ciclomotori il 1º gennaio 2002.[2]
In molti paesi la legislazione del tachimetro è disciplinato dalla UNECE (Nazioni Unite, Commissione Economica per l'Europa), e in particolare dal regolamento 39, che copre gli aspetti di omologazione del veicolo che si riferiscono al tachimetro. Lo scopo principale dei regolamenti UNECE è quello di facilitare il commercio di veicoli a motore concordando standard uniformi di omologazione invece di avere, a seconda dei paesi in cui il veicolo deve essere commercializzato, differenti standard relativi ai processi di approvazione e omologazione.
Nell'Unione europea i singoli stati membri dovranno emanare norme simili a quelle dell'UE; tali norme, pertanto, saranno simili a quelle del regolamento UNECE nello specificare che:
Le norme specificano, oltre i limiti di precisione, anche i metodi da seguire per valutare tale precisione durante il processo di approvazione: ad esempio, il test per la misura della precisione di un tachimetro deve essere effettuato a tre diverse velocità (generalmente 40, 80 e 120 km/h) e a una particolare temperatura. Ci sono lievi differenze tra le varie norme, per esempio sulla minima precisione delle apparecchiature di misurazione della velocità del veicolo.
Il regolamento UNECE rilassa i requisiti per i veicoli di massa prodotti seguendo l'omologazione, dove il limite massimo d'errore sulla velocità indicata è innalzato al 110% (10% in più) più 6 km/h per le automobili, autobus, camion e veicoli simili, mentre è del 110% (10% in più) più 8 km/h per mezzi a due o tre ruote, che hanno una velocità massima superiore a 50 km/h (o di una cilindrata superiore a 50 cm³, se alimentata da un motore termico). Nell'Unione europea la direttiva 2000/7/CE, che si riferisce ai mezzi a due e tre ruote, ha dei limiti molto simili.
Lo stesso argomento in dettaglio: Quadro strumenti. |
Gli errori di misurazione possono essere di vario tipo:
I tachimetri non sono tutti uguali, infatti ne esistono vari tipi:
Lo stesso argomento in dettaglio: Quadro strumenti. |
Il tipo di meccanismo che viene sfruttato per il rilevamento della velocità del mezzo può essere:
Lo stesso argomento in dettaglio: Quadro strumenti. |
Il tipo di visualizzazione è determinato dalle caratteristiche d'interfaccia dello strumento e che non è forzatamente legata al tipo di rilevamento dello strumento:
Il punto da cui il tachimetro può fare riferimento per la velocità del mezzo possono essere due:
Il tachimetro è sì uno strumento specifico per il rilevamento della velocità, ma esistono anche altri metodi per poter aver l'indicazione di velocità:
Un apparecchio derivato, più complesso, detto tachigrafo, è presente sui treni (in quelli più recenti integrato nel quadro di bordo); incorpora anche un orologio e registra su un'apposita striscia di carta scorrevole a velocità costante (detta Zona Tachigrafica) un grafico della velocità, del tempo trascorso e dello spazio percorso nonché altre informazioni tra cui i codici captati dell'apparecchiatura di ripetizione dei segnali.
Un derivato dal tachimetro, in uso sui veicoli per il trasporto di merci su strada è il cronotachigrafo, il quale registra il tempo impiegato alla condotta del mezzo e altri parametri tra cui la velocità.
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Car, Truck,MotorBike, Bicycle, Engine, Racer, Bus