Cupìdo (Desiderio, pl. Cupidines) o Amor (Amore, pl. Amores)[3] sono le denominazioni in lingua latina di Eros, dio dell'amore divino e del desiderio sessuale appartenente al pàntheon della religione e della mitologia greca.
Da tener presente che:
« Un tale dio non ha niente a che fare con la religione romana, né per quanto riguarda un suo culto (salvo, talora, come paredro della propria madre Venere o in pratiche private): deriva piuttosto dalla poesia e dall'arte greca, e in particolare dalla rappresentazione che di esso aveva diffuso la cultura ellenistica (un fanciullo alato, spesso capriccioso, con arco e frecce). » |
(Dizionario della civiltà classica ( a cura di F.Ferrari, M. Fantuzzi, M.C. Martinelli, M.S. Mirto). Milano, Rizzoli, 2001, vol.1, p. 719) |
Riprendendo miti di origine greca, Cicerone riporta che:
(LA)
« Cupido primus Mercurio et Diana prima natus dicitur, secundus Mercurio et Venere secunda, tertius qui idem Anteros Marte et Venere tertia » |
(IT)
« Il primo Cupido si dice che sia figlio di Mercurio e della prima Diana, il secondo di Mercurio e della seconda Venere, il terzo che è lo stesso che Antero, di Marte e della terza Venere. » |
(Cicerone, De natura deorum, III, 23. Traduzione di Cesare Marco Calcante, pp. 356-359) |
Riguardo ad Amor e riprendendo Esiodo [4] Igino [5] e Virgilio [6], sempre Cicerone evidenzia:
(LA)
« qui si est deus, patrem quoque eius Caelum esse deum confitendum est. Quod si ita est, Caeli quoque parentes di habendi sunt Aether et Dies eorumque fratres et sorores, qui a genealogis antiquis sic nominantur Amor, Dolus, Metus, Labor, Invidentia, Fatum, Senectus, Mors, Tenebrae, Miseria, Querella, Gratia, Fraus, Pertinacia, Parcae, Hesperides, Somnia; quos omnis Erebo et Nocte natos ferunt. » |
(IT)
« E se Saturno è un dio, bisogna ammettere che anche suo padre, il Cielo, sia un dio. Ma se è così, anche Etere e Giorno, i genitori di Cielo, devono essere considerati dei, e anche i loro fratelli e le loro sorelle chiamati nelle antiche genealogie Amore, Inganno, Timore, Fatica, Invidia, Fato, Vechiaia, Morte, Tenebre, Miseria, Lamento, Favore, Frode, Pertinacia, Parche, Esperidi, Sogni, e tutti costoro, secondo la tradizione, nacquero da Erebo e da Notte. » |
(Cicerone, De natura deorum, III, 18. Traduzione di Cesare Marco Calcante, pp. 340-341) |
In araldica Cupido, detto anche amorino, è rappresentato come un bambino, con due ali sulla schiena, munito di un arco e di una faretra piena di frecce.
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