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10 Best Places to Visit in Croatia. Located in the Balkans, Croatia has become one of Europa’s top tourist destination again since its War of Independence in the late 1990s. Like much of Europe, Croatia boasts its share of medieval cities and historic ruins, but what makes this country exceptional is its wealth of stunning natural attractions such as the Plitvice Lakes, the spectacular Adriatic coastlines and gorgeous islands. An overview of the best places to visit in Croatia. 10: Krka National Park 9: Zagreb 8: Korcula 7: Pula 6: Zadar 5: Rovinj 4: Split 3: Plitvice National Park 2: Hvar 1: Dubrovnik --------------------------------------------- Music: https://soundcloud.com/a-himitsu https://www.youtube.com/channel/UCht8qITGkBvXKsR1Byln-wA --------------------------------------------- Thanks for watching!
Croazia | |||||
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Dati amministrativi | |||||
Nome completo | Repubblica di Croazia | ||||
Nome ufficiale | Republika Hrvatska | ||||
Lingue ufficiali | croato | ||||
Altre lingue | bilinguismo a livello locale | ||||
Capitale | Zagabria (792.875 ab. / 2011) | ||||
Politica | |||||
Forma di governo | Repubblica parlamentare | ||||
Presidente | Kolinda Grabar-Kitarović | ||||
Primo ministro | Andrej Plenković | ||||
Indipendenza | Dalla RSF di Jugoslavia, 25 giugno 1991 | ||||
Ingresso nell'ONU | 22 maggio 1992 | ||||
Ingresso nell'UE | 1º luglio 2013[1] | ||||
Superficie | |||||
Totale | 56.594 km² (124º) | ||||
% delle acque | 1,90% | ||||
Popolazione | |||||
Totale | 4.200.000 ab. (2011) (117º) | ||||
Densità | 75,4[2] ab./km² | ||||
Tasso di crescita | -0,092% (2012)[3] | ||||
Nome degli abitanti | Croati | ||||
Geografia | |||||
Continente | Europa | ||||
Confini | Slovenia, Ungheria, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
Economia | |||||
Valuta | Kuna croata | ||||
PIL (nominale) | 56 475[4] milioni di $ (2012) (74º) | ||||
PIL pro capite (nominale) | 12 829 $ (2012) (54º) | ||||
PIL (PPA) | 77 556 milioni di $ (2012) (80º) | ||||
PIL pro capite (PPA) | 17 618 $ (2012) (57º) | ||||
ISU (2011) | 0,796 (molto alto) (46º) | ||||
Fecondità | 1,5 (2010)[5] | ||||
Varie | |||||
Codici ISO 3166 | HR, HRV, 191 | ||||
TLD | .hr, .eu | ||||
Prefisso tel. | +385 | ||||
Sigla autom. | HR | ||||
Inno nazionale | Lijepa naša domovino | ||||
Festa nazionale | 25 giugno, Indipendenza | ||||
Evoluzione storica | |||||
Stato precedente | RS di Croazia | ||||
La Croazia, ufficialmente Repubblica di Croazia (Republika Hrvatska, in croato), è uno Stato dell'Unione europea con una popolazione di 4.290.612 abitanti (censimento 2011), la sua capitale è Zagabria (Zagreb, 792.875 abitanti, censimento 2011).
Confina a nord con la Slovenia, a nord-est con l'Ungheria, ad est con la Serbia, a sud con la Bosnia ed Erzegovina e il Montenegro, mentre a ovest è affacciata sul mare Adriatico. La superficie territoriale è di 56.542 km² mentre la superficie delle acque territoriali è pari a 31.067[6] km².
La Croazia è una repubblica parlamentare[7] e la lingua ufficiale è il croato. La Regione Istriana, comprendente la maggior parte dell'Istria, adotta ufficialmente il bilinguismo (croato e italiano), ma la sua attuazione varia a livello comunale.
La Croazia tra il 1102 e il 1918 fu unita al Regno d'Ungheria, seguendone le sorti; successivamente ha fatto parte della Jugoslavia fino al 1991 divenendone indipendente all'inizio delle guerre dei Balcani. La Croazia ha aderito alla NATO il 1º aprile 2009[8] e dal 1º luglio 2013 è il ventottesimo Stato membro dell'Unione europea.[1]
Attualmente la festa nazionale croata (così come quella slovena) ricorre il 25 giugno, anniversario della dichiarazione d'indipendenza del 1991.
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Croazia, Regno di Croazia (Medioevo), Regno di Croazia (Asburgo), Regno di Croazia e Slavonia, Jugoslavia, Repubblica Socialista di Croazia e Guerra d'indipendenza croata. |
Fra il II e il I secolo a.C. la regione abitata dagli Illiri cadde in potere dei Romani (province di Pannonia ed Illiria) che la governarono fino al V secolo dell'era volgare.
Nel tardo impero romano fu invasa prima dagli ostrogoti e poi dagli avari. Ristabilita la sovranità romana (Impero Romano d'Oriente) nel VI secolo, fu occupata, nel secolo successivo, dai croati, una tribù slava originaria dell'odierna Ucraina. Nel X secolo divenne un regno indipendente, il Regno di Croazia, il cui sovrano, Tomislav fu incoronato nel 925.
Nel 1102 fu annessa al regno di Ungheria, il cui re era stato chiamato a governarla dal 1091. I re d'Ungheria garantirono ampia autonomia e protezione dai nemici esterni (Sacro Romano Impero, Venezia, Bisanzio, più tardi Mongoli e Turchi).
In età moderna, precisamente nel 1603, la Croazia diventò parte dell'Impero Asburgico. Come un regno autonomo apparteneva ai territori delle Terre della Corona di Santo Stefano (l'Ungheria in senso stretto con la Transilvania e la Crazia-Slavonia), dal 1868 Regno di Croazia-Slavonia.
Alcune città dalmate (eccetto la Repubblica di Ragusa) fecero parte dello Stato da Mar veneto dal 1409 al 1797 (pace di Campoformio). Dopo la breve dominazione francese, la Dalmazia nel 1816 divenne un paese della corona austriaca (Regno di Dalmazia). L'Istria costiera occidentale apparteneva sin dal Medioevo alla Repubblica di Venezia, mentre Pisino fu una contea in seno all'Arciducato d'Austria. In seguito al Congresso di Vienna (1815), l'Istria fece parte dell'Impero Asburgico, dal 1860 come Margraviato d'Istria in seno al Litorale austriaco.
Al termine della prima guerra mondiale, con il Trattato di Versailles, la Croazia-Slavonia e la Dalmazia entrarono a far parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, successivamente denominato (1929) Regno di Jugoslavia. Nel 1939 la Croazia divenne un'entità autonoma (Banato di Croazia).
Nel 1941, nel corso della seconda guerra mondiale, grazie all'appoggio italo-tedesco, la Croazia si costituì in Stato nominalmente indipendente, ma di fatto satellite delle Potenze dell'Asse, con un governo collaborazionista presieduto da Ante Pavelić.
Al termine del conflitto nel 1945, il paese diventò membro della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia (come Repubblica Popolare di Croazia, dal 1963 Repubblica Socialista di Croazia), sotto la presidenza del maresciallo Tito, che instaurò un governo socialista spesso in disaccordo con l'Unione Sovietica, tanto da attirare le deboli simpatie dell'Occidente, in netto contrasto con la politica sovietica. La maggior parte dell'Istria venne incorporata nella Croazia dopo la seconda guerra mondiale.
Il crollo dei regimi comunisti dell'Europa orientale provocò un indebolimento della Lega Comunista Jugoslava: nel partito vi furono disaccordi sulla linea di gestione della federazione fra le delegazioni croate e slovene che rivendicavano maggiore autonomia e quella serba, guidata da Slobodan Milošević, di orientamento contrario. I delegati croati e sloveni abbandonarono il XIV congresso del partito nel gennaio del 1990 e nel 1991 la Croazia si proclamò stato indipendente. Nonostante l'invito dei capi di Stato della CEE a non procedere ad un riconoscimento separato, l'Islanda, (per voce del suo ministro degli esteri Jón Baldvin Hannibalsson), seguita dalla Città del Vaticano, Austria e Germania procedettero ad un riconoscimento unilaterale. I paesi della CEE riconobbero la Croazia come uno Stato indipendente il 15 gennaio 1992 e il 22 maggio 1992 la Croazia divenne un membro dell'ONU. Seguì un duro conflitto con Serbia e Bosnia, che si concluse con gli Accordi di Dayton (1995). Oggi la Croazia è anche membro del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea.
Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Croazia. |
La Croazia è situata nell'Europa meridionale, si affaccia sul Mare Adriatico e il suo territorio comprende parte delle Alpi Dinariche e l'estremo occidentale del bassopiano Pannonico.
Da un punto di vista morfologico il paese può essere distinto in tre zone con caratteristiche climatiche, geografiche e culturali diverse: la fascia costiera, le catene montuose e la vasta area pianeggiante.
Nella parte orientale del paese si trova un'estesa pianura interrotta solo da alcune formazioni collinari, l'area fa parte del bacino dei fiumi Drava e Sava, affluenti del Danubio. In questa zona dal clima continentale, si distinguono la Croazia settentrionale e la Slavonia:
La zona montuosa è situata nella parte centrale del paese ed è caratterizzata da rilievi medio elevati che costituiscono lo spartiacque fra il bacino del Danubio e l'Adriatico. Il clima è alpino. Fanno parte di quest'area la regione del Gorski Kotar tra Fiume e Karlovac, le valli di Licca e Crobavia tra la catena costiera delle Alpi Bebie e il confine con la Bosnia e una parte dell'entroterra dalmata (Dalmatinska Zagora, ed il monte Biocovo).
La zona costiera è caratterizzata da clima mediterraneo. L'ampiezza della fascia costiera è molto variabile, da pochi chilometri ( in corrispondenza dei rilievi del Velebit e di Biocovo) in altre zone si allarga notevolmente nell'entroterra. Da nord a sud si possono individuare le seguenti regioni storiche:
I monti principali sono il monte Dinara (1.831 m s.l.m.) e il monte Vaganski Vrh (Monte Drago, nella catena delle Bebie) con un'altitudine di 1.758 m s.l.m.
La Croazia possiede ben 1.185 isole, di cui solo 50 abitate[6].
La gran parte dei fiumi della Croazia appartiene al bacino del Mar Nero (Danubio, Sava, Drava, Kupa e Una), ma un ridotto numero di fiumi sfocia nel Mare Adriatico (Zermagna, Cherca, Čikola, Cetina e Narenta). I fiumi nella parte settentrionale del paese hanno problemi di inquinamento, soprattutto la Sava nel tratto compreso tra Zagabria e Sisak.
I fiumi più lunghi sono Sava (562 km) e Drava (505 km) che delimitano parte del confine tra Croazia e Bosnia-Erzegovina e Ungheria. Entrambi sfociano nel Danubio di cui la Sava è l'affluente principale, in ordine di apporto idrico mentre la Drava è il quarto. Il Danubio delimita il confine tra la Croazia e la provincia serba della Vojvodina. Il tratto croato del Danubio è lungo 188 km.
L'alto corso del fiume Kupa (269 km) forma il confine naturale fra Croazia e Slovenia, sfocia nella Sava a Sisak. Altri fiumi sono il Korana, Krapina, Lonja, Mur e Vuka.
I fiumi provenienti dalle Alpi Dinariche e che sfociano nell'Adriatico hanno un corso breve, fatta eccezione per il fiume Narenta. Le coste sono caratterizzate da una flora mediterranea mentre i rilievi sono coperti da fitte foreste di latifoglie e conifere.
Si distinguono quattro aree climatiche:
Accanto alle regioni amministrative, vengono talora individuate alcune regioni storiche e geografiche, prive di status istituzionale; oltre alle regioni storiche note, ve ne sono alcune proposte in sedi pubblicistiche[9][10][11]:
Al censimento del 2011 la Croazia aveva una popolazione pari a 4.290.612 abitanti. Della popolazione censita del 2001, 4.399.364 (99,14 %) persone avevano la cittadinanza croata, 44.340 (1,00 %) delle quali avevano doppia cittadinanza. 17.902 persone (0,40 %) erano di cittadinanza straniera, gli apolidi erano 9.811 (0,22 %) mentre di 10.383 abitanti (0,23 %) non è stata accertata la cittadinanza.
L'emigrazione croata è stata consistente: i croati residenti all'estero sono oltre due milioni; la comunità più numerosa è quella insediatasi negli Stati Uniti (Hrvatska bratska zajednica). Nel parlamento croato vi sono alcuni deputati rappresentanti delle comunità croate all'estero (e dei Croati autoctoni di Bosnia ed Erzegovina).
I croati (in lingua croata Hrvati) appartengono alla famiglia dei popoli slavi. Provenendo dall'area delle attuali Polonia e Ucraina, i croati sono giunti nell'odierna Croazia attorno al VII secolo d.C. Comunità croate autoctone vivono anche in Bosnia ed Erzegovina, Ungheria, Slovenia, Serbia (Voivodina), Montenegro (Bocche di Cattaro), inoltre si trovano insediamenti storici croati in Austria (Burgenland) e in Italia (i croati del Molise).
Il paese è abitato in prevalenza da croati (89,63%) di religione cattolica. Fra le minoranze vi sono serbi (4,54%), bosgnacchi (0,5%), ungheresi (0.37%) e circa 20.000 italiani (ovvero lo 0,45% circa) sparsi tra Istria, Fiume, Dalmazia (Zara, Spalato), Slavonia (Požega) e Moslavina (Sisak), quello che è rimasto di una presenza italiana che prima dell'inizio della seconda guerra mondiale ammontava - nelle terre attualmente croate - a circa 300.000 persone.
La popolazione serba, insediatasi in queste zone dal XVI secolo, in passato era composta per lo più da funzionari dell'Impero Austroungarico e costituiva una sorta di casta militare scarsamente integrata con il resto della popolazione. Con l'andare dei secoli la situazione cambiò e l'etnia serba si integrò con la popolazione croata. Alla fine della Prima guerra mondiale si costituì il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni e le etnie convissero fra mille tensioni; ne è esempio l'omicidio di tre deputati croati in Parlamento nel 1928, episodio che causò l'abbandono permanente dell'aula da parte di tutti i deputati croati. La degenerazione nei rapporti culminò nelle stragi dei serbi durante la seconda guerra mondiale, quando lo stato indipendente della Croazia - capeggiato dal dittatore ustascia Ante Pavelić - perseguitò l'etnia serba. All'inizio delle guerre etniche degli anni novanta dopo l'aggressione serba e montenegrina alla Croazia, la popolazione serba era concentrata nelle zone della Krajina e della Slavonia, e costituiva il 12% della popolazione complessiva della Croazia. I serbi della Krajina si autoproclamarono indipendenti dalla Croazia, affermando di voler esercitare gli stessi diritti all'autodeterminazione che avevano portato la Croazia a dichiarare la propria indipendenza. Dopo la riconquista della Krajina (con l'Operazione Tempesta), circa 400.000 serbi fuggirono, incalzati dalle truppe croate. Ci furono numerose stragi di popolazioni civili perpetrate dall'esercito croato.
Negli ultimi anni il governo croato, sollecitato dall'Unione europea, ha attuato alcune azioni volte a non ostacolare il rientro dei serbi fuggiti dalla Croazia. Una parte della popolazione serba è effettivamente ritornata.[12][13]; la percentuale dei serbi in Croazia risulta ancor oggi diminuita di quasi due terzi.
In Bosnia-Erzegovina vivono circa 700.000 croati, che sono una delle tre comunità etniche principali e costituenti questa nazione.
Composizione della popolazione per nazionalità dichiarata - Censimento 2001:[14]
1. | Croati | 3.977.171 | (89,63%) | 7. | Sloveni | 13.173 | (0,30%) | |
2. | Serbi | 201.631 | (4,54%) | 8. | Cechi | 10.510 | (0,24%) | |
3. | Bosniaci | 20.755 | (0,49%) | 9. | Rom | 9.463 | (0,21%) | |
4. | Italiani | 19.636 | (0,44%) | 10. | Montenegrini | 4.926 | (0,11%) | |
5. | Ungheresi | 16.595 | (0,37%) | 11. | Slovacchi | 4.712 | (0,11%) | |
6. | Albanesi | 15.082 | (0,34%) | 12. | Macedoni | 4.270 | (0,10%) |
Lo stesso argomento in dettaglio: Dalmati italiani e Lingua dalmatica. |
In Croazia risiedevano, nel 2001, circa 20.000 cittadini appartenenti al gruppo etnico italiano (al censimento del 2001 sono stati in 19.636 a dichiararsi di tale nazionalità[15] e 20.521 di madrelingua italiana[16]), che danno vita a 51 Comunità Nazionali Italiane locali e sono organizzati nell'Unione Italiana con sede a Fiume (Rijeka in croato). Sono insediati principalmente nell'area dell'Istria, di Fiume, delle isole del Quarnaro e della Dalmazia. Solo in parte dell'Istria (regione istriana, che però non include la parte nordorientale peninsulare), a Fiume e nell'arcipelago dei Lussini sono riconosciuti da alcuni statuti comunali come popolazione autoctona, mentre nel resto del Quarnaro e in Dalmazia non viene riconosciuto loro nessuno status particolare. In tale gruppo etnico italiano sono inserite sia le popolazioni autoctone venetofone (Istria nord-occidentale e Dalmazia) che quelle istriotofone della costa istriana sud-occidentale. Nel corso del XIX secolo un numero considerevole di artigiani italiani si trasferirono a vivere a Zagabria e in Slavonia (Požega) dove tuttora abitano molti loro discendenti. Sempre in Istria (Val d'Arsa e Seiane) è presente la piccola comunità etnica Istrorumeni o Cicci, popolazione originaria della Romania la cui lingua, di ceppo latino ed affine al Romeno, risulta quasi estinta in favore del croato. Altro gruppo etnico originariamente di lingua romanza è quello dei Morlacchi, popolazione affine a quella Istroromena rappresentata oggi solo da alcune sparute comunità, e la cui lingua è praticamente estinta.
Secondo il linguista Matteo Bartoli l'italiano era l'idioma parlato come prima lingua da circa il 33% della popolazione dalmata all'inizio delle guerre napoleoniche.[17][18] Secondo il censimento austriaco del 1865 raggiungeva il 12,5% del totale nella regione.[19].
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa cattolica in Croazia. |
Religioni in Croazia[20] | ||||
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Cristianesimo cattolico | 87,8% | |||
Ateismo | 5,2% | |||
Cristianesimo ortodosso | 4,4% | |||
Islam | 1,3% | |||
Cristianesimo protestante | 0,3% | |||
altro o non dichiarato | 0,9% |
La religione predominante è la cristiano-cattolica (87,8%, secondo statistiche cattoliche[21]), seguita da quella cristiano-ortodossa (4,4%) e dall'islam sunnita (1,3%).
Santi patroni dei Croati sono San Giuseppe e San Girolamo
La lingua ufficiale è il croato, una lingua slava del gruppo meridionale che utilizza l'alfabeto latino.
Le altre lingue (serbo, ungherese e italiano) sono parlate come prima lingua da meno del 5% della popolazione.
La lingua italiana è conosciuta, sia come prima lingua che come lingua straniera, da 1.004.097 abitanti (il 23,91% della popolazione); considerando solo la Regione Istriana, la percentuale sale al 32,69%[22][23].
Nella regione istriana vige il bilinguismo ufficiale croato/italiano. L'italiano è parlato da buona parte della popolazione, anche se il livello di tutela della minoranza nazionale italiana è assai diverso da comune a comune.
La Costituzione della Repubblica di Croazia, approvata dal Parlamento croato il 22 dicembre 1990 e promulgata lo stesso giorno, è la legge fondamentale dello Stato croato. La Costituzione proclama la Repubblica di Croazia uno "stato unitario ed indivisibile, democratico e sociale" che deriva la sua sovranità dal "popolo come comunità di cittadini liberi ed uguali"[24][25]. La Costituzione ha subito, nel tempo, numerose modifiche (1997, 2000, 2001, 2010 e 2013). Gli emendamenti costituzionali del 9 novembre 2000 hanno apportato consistenti correttivi che hanno determinato il passaggio da una repubblica semipresidenziale ad una repubblica parlamentare, pur mantenendo l'elezione diretta del presidente.[25] In questo modo è stata ridotta la concentrazione di poteri in mano al Presidente prevista dalla precedente versione della Carta costituzionale, costruita su misura dell'ex-presidente Franjo Tuđman.
Hanno diritto a proporre modifiche della Costituzione almeno un quinto dei deputati, il Presidente della Repubblica ed il Governo. Il Parlamento decide a maggioranza dei voti di tutti i deputati se procedere alle modifiche costituzionali e stabilisce con stessa maggioranza i disegni delle modifiche. Le modifiche della Costituzione vengono approvate a maggioranza dei due terzi di tutti i deputati. Un decimo degli elettori (cittadini aventi diritto di voto) anche possono proporre le modifiche della Costituzione e tale revisione è sottoposta al referendum per approvazione. La modifica viene accolta a maggioranza di voti favorevoli dei cittadini votanti.
Lo stesso argomento in dettaglio: Politica della Croazia, Presidenti della Croazia e Primi ministri della Croazia. |
Il Parlamento croato (Hrvatski sabor) è un organismo legislativo unicamerale[26] con al massimo 160 rappresentanti (deputati), eletti mediante voto popolare ogni quattro anni (salvo nei casi di scioglimento anticipato) a suffragio universale e diretto (elettorato attivo e passivo: tutti i cittadini che hanno raggiunto 18 anni al momento della votazione). Dal 2011, secondo le norme stabilite con la legge elettorale, il Parlamento conta 151 deputati. 143 vengono eletti utilizzando il sistema proporzionale (metodo d'Hondt nei collegi plurinominali, soglia di sbarramento al 5% in ogni circoscrizione-collegio elettorale).[27][28] Con le modifiche del 17 febbraio 2015, è possibile per gli elettori esprimere una preferenza per candidato nella lista votata (non è permesso il "voto disgiunto": ogni elettore dispone di un voto di lista e di una preferenza nell'ambito della lista indicata). Otto deputati sono rappresentanti delle minoranze nazionali/etniche (tre serbi, un rappresentante degli italiani, uno degli ungheresi, un rappresentante della minoranza ceca e slovacca e due rappresentanti delle altre minoranze) e vengono eletti utilizzando il sistema maggioritario a turno unico (maggioranza relativa). I deputati non hanno mandato vincolante e non sono revocabili. Il Sabor si riunisce per due periodi annuali, dal 15 gennaio al 15 luglio e dal 15 settembre al 15 dicembre.[25][29]
I deputati sono organizzati in gruppi parlamentari che, secondo le norme del Regolamento, sono gli strumenti della presenza dei partiti politici (o coalizioni o deputati indipendenti) all'interno del Parlamento e sono definiti "associazioni di deputati".
Il presidente del Parlamento, eletto dall'assemblea per tutta la legislatura, presiede e dirige i lavori del Parlamento e della Presidenza parlamentare (composta dal presidente e da cinque vicepresidenti) secondo le norme stabilite con la Costituzione ed il Regolamento del Parlamento.
Le commissioni parlamentari permanenti sono organi collegiali del Parlamento ai quali vengono assegnati i disegni di legge prima che essi vengano discussi in sede parlamentare. La composizione dei membri delle commissioni deve rispettare le proporzioni tra i vari gruppi parlamentari.
Il Parlamento adotta la Costituzione, le modifiche costituzionali e il Regolamento parlamentare; emana le leggi ordinarie (a maggioranza semplice), le leggi organiche (a maggioranza dei voti di tutti i deputati) e le leggi costituzionali che stabiliscono i diritti delle minoranze nazionali/etniche e l'organizzazione della Corte Costituzionale (a maggioranza di due terzi di tutti i deputati); ogni anno approva il bilancio (su proposta del Governo a maggioranza dei voti di tutti i deputati); ratifica i trattati internazionali; concede o revoca la fiducia al Governo e svolge anche altri compiti in conformità alla Costituzione. L'iniziativa legislativa appartiene ai deputati, alle commissioni parlamentari, ai gruppi parlamentari ed al Governo. Il Parlamento può essere sciolto a maggioranza dei voti di tutti i deputati (maggioranza assoluta), e su proposta del Governo in casi di fiducia negativa e di voto contrario al bilancio dopo 120 giorni della presentazione dello stesso (in questi casi è sciolto formalmente dal Presidente della Repubblica con la controfirma del Primo ministro). Il Presidente della Repubblica ha l'obbligo di sciogliere il Parlamento se il nuovo Governo non può formarsi.
Al Parlamento croato spetta anche l'elezione dei giudici della Corte Costituzionale, dei componenti di nomina parlamentare del Consiglio Giudiziario dello Stato e del Consiglio dell'Avvocatura/Procura dello Stato, del Presidente della Corte suprema, dell'Avvocato/Procuratore generale dello Stato, del governatore della Banca nazionale croata, del Difensore civico e d'altri pubblici dirigenti, conformemente alla Costituzione ed alle leggi.[30]
Il Parlamento ha la facoltà di indire di propria iniziativa un referendum, è invece obbligato a proporlo qualora lo richieda almeno un decimo degli elettori. Il referendum può anche essere indetto dal Presidente della Repubblica con la controfirma del Primo ministro. Nei referendum la proposta viene accolta a maggioranza di voti favorevoli dei cittadini votanti.[25]
Il Presidente della Repubblica (Predsjednik Republike) è eletto a suffragio universale diretto (sistema maggioritario con ballottaggio) per un massimo di due mandati della durata di cinque anni. In seguito all'elezione deve rinunciare all'iscrizione a qualsiasi partito politico. Rappresenta l'unità nazionale, promulga le leggi, accredita i diplomatici croati all'estero e riceve le credenziali di quelli stranieri in Croazia. Il Presidente della Repubblica è inoltre comandante in capo delle Forze armate della Repubblica di Croazia e con il Primo ministro dirige le attività dei servizi segreti.
Se il Presidente è impedito nell'esecuzione dei propri doveri, il Presidente del Parlamento assume i poteri presidenziali per un massimo di 60 giorni a partire dalla convocazione di nuove elezioni.
Qualora nello svolgimento della propria funzione il Presidente della Repubblica violi la Costituzione, il Parlamento, a maggioranza dei due terzi di tutti i deputati, può metterlo in stato d'accusa dinanzi alla Corte Costituzionale (per responsabilità speciale o attentato alla Costituzione). La Corte Costituzionale delibera sulla responsabilità speciale del Presidente a maggioranza dei due terzi di tutti i giudici; se è colpevole, viene destituito dalla carica.
Il Governo (Vlada) si compone del Primo ministro (Predsjednik Vlade, traduzione esatta è Presidente del Governo), dei vice primi ministri e dei ministri, secondo le norme stabilite dalla Costituzione e dalla Legge sul Governo[31]. Il Governo, su proposta del Primo ministro, nomina i segretari di Stato (hanno funzioni analoghe ai sottosegretari di Stato nel sistema politico italiano).
Essendo l'organo principale del potere esecutivo, il Governo ha come scopo primario l'attuazione di una determinata politica nazionale. Propone le leggi ed il bilancio, si occupa della politica interna ed estera del Paese.
Il Governo è responsabile verso al Parlamento. Dopo le elezioni parlamentari, il Presidente della Repubblica, previa consultazione con i rappresentanti designati dai gruppi politici che hanno ottenuto rappresentanza parlamentare, propone un candidato alla Presidenza del Governo che dovrebbe essere il leader del partito di maggioranza o il leader della coalizione di maggioranza. Il candidato presenta al Parlamento il programma politico ed i nomi dei ministri del Governo che intende formare e chiede la fiducia del Parlamento. Se il Parlamento a maggioranza assoluta (almeno la metà più uno di tutti i deputati), dà fiducia al candidato, il Presidente della Repubblica lo nomina Primo ministro (Presidente del Governo) e, da questo momento, il Primo ministro nomina i ministri. Prima di assumere le funzioni, il Primo ministro e i ministri devono prestare giuramento davanti al Parlamento. Se entro quattro mesi dalla prima proposta nessun candidato ottiene il sostegno del Parlamento, il Presidente della Repubblica scioglie il Parlamento e convoca nuove elezioni. Il Primo ministro può rimettere al Parlamento la questione di fiducia, il Parlamento accorda la fiducia a maggioranza dei voti di tutti i deputati; il Parlamento potrebbe rimuovere in qualsiasi momento il Primo ministro (e tutto il Governo) o singoli ministri attraverso una mozione di sfiducia, che richiede il sostegno della maggioranza dei voti di tutti i deputati (maggioranza assoluta). Se il nuovo Governo non viene eletto dopo 30 giorni (un mese) dalla delibera di sfiducia (il candidato per la carica di Primo ministro è proposto dal Presidente della Repubblica e può nominare i ministri dopo l'investitura parlamentare), il Presidente della Repubblica deve sciogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni. Singoli ministri possono essere destituiti dal Primo ministro e nuovi sono inoltre nominati dal Primo ministro dopo la fiducia parlamentare espressa dalla maggioranza dei voti di tutti i deputati.
Il sistema giudiziario della Croazia è così modellato: i tribunali municipali o comunali (primo grado), i tribunali delle varie contee/tribunali regionali (primo grado e secondo grado), la Corte suprema (Alta Corte d'Appelo e Corte di Cassazione). Esistono anche i tribunali per le trasgressioni (contravvenzioni) con funzioni analoghe a quelle degli ex pretori italiani (primo grado) e l'Alta Corte per le Trasgressioni (secondo grado); i tribunali commerciali (primo grado) e l'Alta Corte Commerciale (secondo grado). La giurisdizione amministrativa è demandata a giudici speciali: i tribunali amministrativi (primo grado) e l'Alta Corte Amministrativa (corte d'appello amministrativa e corte di cassazione amministrativa).
Secondo le norme stabilite dalla Costituzione, i giudici sono indipendenti e vengono nominati dal Consiglio Giudiziario dello Stato (Consiglio Superiore della Magistratura) composto da undici membri: sette sono eletti tra i giudici, due sono professori ordinari universitari in materie giuridiche eletti dalle facoltà di giurisprudenza delle università croate e due membri sono eletti dal Parlamento (uno tra i deputati della maggioranza ed uno tra i deputati dell'opposizione). I consiglieri durano in carica quattro anni. Il Presidente della Corte Suprema è eletto dal Parlamento su proposta del Presidente della Repubblica (sentito il parere della Corte Suprema in seduta plenaria e la Commissione parlamentare Giustizia).
In conformità alla Legge sull'Avvocatura dello Stato[32], il Pubblico ministero ("Procura e Avvocatura dello Stato"; Državno odvjetništvo, traduzione esatta è Avvocatura dello Stato, ma nell'ordinamento croato l'Avvocatura dello Stato svolge le funzioni della Procura e dell'Avvocatura dello Stato nell'ordinamento giudiziario italiano) promuove la repressione dei reati, è responsabile della conduzione delle indagini preliminari e rappresenta l'accusa nel processo penale; vigila sull'osservanza delle leggi e sulla regolare amministrazione della giustizia; rappresenta lo Stato nelle controversie legali civili ed amministrative avverso le controparti. In Croazia esistono uffici municipali ed uffici regionali della Procura/Avvocatura dello Stato; un ufficio specializzato (l'Ufficio per la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, USKOK); e l’ufficio della Procura/Avvocatura generale dello Stato a Zagabria. I procuratori/avvocati dello Stato vengono nominati dal Consiglio della Procura/Avvocatura dello Stato (eccetto il Procuratore/Avvocato generale dello Stato, che è eletto dal Parlamento su proposta del Governo).
La Corte Costituzionale (Ustavni sud), non essendo parte della giurisdizione ordinaria o amministrativa, è formata da tredici giudici eletti dal Parlamento a maggioranza dei due terzi di tutti i deputati per un mandato di otto anni. Essa giudica sulla conformità delle leggi alla Costituzione, dei regolamenti alla Costituzione e alle leggi; risolve il conflitto di competenze fra gli organi di potere legislativo, esecutivo e giudiziario; delibera, in conformità alla Costituzione, sulla responsabilità speciale del Presidente della Repubblica; controlla la costituzionalità dei programmi e dell’azione dei partiti politici e può, conformemente alla Costituzione, vietare il loro lavoro; controlla la costituzionalità e la legalità delle elezioni e del referendum statale e delibera sulle cause elettorali che non sono di competenza dei tribunali. Svolge la funzione fondamentale di garantire l'applicazione dei principi e degli articoli della Costituzione.[33]
Lo stesso argomento in dettaglio: Regioni della Repubblica di Croazia. |
La Croazia è divisa in 20 regioni (županije), mentre la capitale Zagabria costituisce una propria entità.
Nr. | Regione | Nome in croato | Capoluogo |
---|---|---|---|
1 | Regione di Zagabria | Zagrebačka županija | Zagabria (Zagreb) |
2 | Regione di Krapina e dello Zagorje | Krapinsko-zagorska županija | Krapina |
3 | Regione di Sisak e della Moslavina | Sisačko-moslavačka županija | Sisak |
4 | Regione di Karlovac | Karlovačka županija | Karlovac |
5 | Regione di Varaždin | Varaždinska županija | Varaždin |
6 | Regione di Koprivnica e Križevci | Koprivničko-križevačka županija | Koprivnica |
7 | Regione di Bjelovar e della Bilogora | Bjelovarsko-bilogorska županija | Bjelovar |
8 | Regione litoraneo-montana | Primorsko-goranska županija | Fiume (Rijeka) |
9 | Regione della Lika e di Segna | Ličko-senjska županija | Gospić |
10 | Regione di Virovitica e della Podravina | Virovitičko-podravska županija | Virovitica |
11 | Regione di Požega e della Slavonia | Požeško-slavonska županija | Požega |
12 | Regione di Brod e della Posavina | Brodsko-posavska županija | Slavonski Brod |
13 | Regione zaratina | Zadarska županija | Zara (Zadar) |
14 | Regione di Osijek e della Baranja | Osječko-baranjska županija | Osijek |
15 | Regione di Sebenico e Tenin | Šibensko-kninska županija | Sebenico (Šibenik) |
16 | Regione di Vukovar e della Sirmia | Vukovarsko-srijemska županija | Vukovar |
17 | Regione spalatino-dalmata | Splitsko-dalmatinska županija | Spalato (Split) |
18 | Regione istriana | Istarska županija | Pisino (Pazin) |
19 | Regione raguseo-narentana | Dubrovačko-neretvanska županija | Ragusa (Dubrovnik) |
20 | Regione del Međimurje | Međimurska županija | Čakovec |
21 | Città di Zagabria | Grad Zagreb |
Lo stesso argomento in dettaglio: Titolo di città in Croazia e Comuni della Croazia. |
L'istruzione in Croazia è regolata dal Ministero della Scienza e dell'Istruzione.
La maggioranza delle scuole croate sono pubbliche, ma esistono anche scuole private (scuole secondarie, alte scuole e di dieci università croate, due sono private). Gli enti responsabili per le scuole private possono essere organizzazioni religiose, sociali, sportive, società di diritto o persone private. L'istruzione pubblica in tutti i cicli è gratuita (eccetto il terzo ciclo universitario - dottorato di ricerca).
Il sistema scolastico è formato da diversi cicli di istruzione.
L'istruzione prescolastica è rappresentata dai nidi d'infanzia (jaslice) e dalle scuole dell'infanzia (vrtići - predškolski odgoj).
L'istruzione primaria comprende la scuola elementare (osnovna škola), scuola dell’obbligo che dura otto anni (dai 6 ai 14 anni) ed è divisa in due sottocicli:
Dopo il termine degli otto anni della scuola elementare non è previsto nessun esame finale e la media dei voti degli ultimi quattro anni costituisce il punteggio per iscriversi alla scuola secondaria.
L'istruzione secondaria costituisce l'istruzione secondaria superiore (14-18 anni). Le scuole secondarie sono suddivise in quattro macro gruppi di istituti, a loro volta suddivisi in tipologie e indirizzi:
L'esame di maturità (državna matura) è un esame statale obbligatorio per terminare i licei e iscriversi all'università. L'esame di maturità prevede tre materie obbligatorie: croato (oppure, per le minoranze, serbo, ungherese, italiano o ceco) con letteratura, matematica e lingua straniera (che può essere inglese, italiano, francese, tedesco o spagnolo). Gli studenti frequentanti un liceo classico possono anche scegliere il latino o il greco antico in sostituzione della lingua straniera moderna, oppure come materia addizionale. Le materie opzionali sono invece storia, sociologia, filosofia, logica, psicologia, politica ed economia, etica, scienza delle religioni, arti visive e storia dell'arte, musica e storia della musica, seconda lingua straniera, latino, greco antico, geografia, biologia, fisica, chimica ed informatica. Le materie obbligatorie possono essere inoltre affrontate ad un livello base (livello B) o più approfondito (livello A). Gli esami sono condotti dal Centro nazionale per la valutazione esterna dell'istruzione (Nacionalni centar za vanjsko vrednovanje obrazovanja).
Dal 2005 il ciclo degli studi all'università (sveučilište), secondo il processo di Bologna è articolato su tre livelli:
Vi è inoltre la possibilità di iscriversi a un corso universitario (corso di laurea) a ciclo unico, avente la medesima validità del master universitario (laurea magistrale), della durata di cinque o sei anni (p.e. le facoltà di giurisprudenza, medicina, odontoiatria, medicina veterinaria, farmacia). Gli studi professionali sono organizzati da politecnici (veleučilište) o scuole alte professionali (visoka škola) della durata minima di tre anni (stručni prvostupnik, titolo di bacc.), e possono essere offerti anche nelle università.
La più antica università croata è l'Università di Zagabria, fondata il 23 settembre 1669.[34]
La prima lingua straniera (inglese) viene insegnata dal 1º grado della scuola elementare, mentre dal 4º grado viene insegnata anche una seconda lingua straniera comunitaria (tedesco, italiano, francese o spagnolo). Nei licei linguistici è anche obbligatoria una terza lingua straniera (tedesco, italiano, francese, spagnolo, russo, cinese, o giapponese). Una lingua straniera è obbligatoria anche in tutti i corsi universitari di 1º livello. Il latino è un insegnamento obbligatorio in tutti i licei (due anni), nel liceo classico la lingua latina è studiata per tutti i quattro anni, come il greco antico. È possibile studiare latino e greco antico anche nel secondo sottociclo delle scuole elementari (quattro anni di latino e due anni di greco antico).
La Croazia possiede un buon livello sanitario complessivo. Il servizio è controllato e gestito dal governo centrale, attraverso gli ospedali (statali) e i centri medici (circoscrizioni periferiche). Il Ministero della Sanità croato ha responsabilità in materia di legislazione, pianificazione sanitaria annuale e nazionale, monitoraggio e controllo, orientamento, ispezione, controllo igienico antisofisticazioni ed educazione.
Lo stesso argomento in dettaglio: Politica della Croazia. |
Le ultime elezioni parlamentari si sono tenute l'11 settembre 2016. Le elezioni anticipate sono state precedute dalla sfiducia nei confronti del Governo Orešković il 16 giugno 2016 e dallo scioglimento del Parlamento.
La IX Legislatura del Parlamento croato ha avuto inizio venerdì 14 ottobre 2016. La maggioranza parlamentare è stata composta dalla coalizione tra Unione Democratica Croata (HDZ) e Ponte delle Liste Indipendenti (Most) dal 14 ottobre 2016 al 27 aprile 2017. Božo Petrov (Most) viene eletto Presidente del Parlamento. Il 4 maggio 2017 Petrov ha rassegnato le dimissioni dopo che la coalizione HDZ - Most è stata terminata, il 5 maggio il Parlamento ha accettato le dimissioni e Petrov è destituito dalla carica. Lo stesso giorno Gordan Jandroković, segretario dell'HDZ è eletto Presidente del Parlamento croato (dal 14 ottobre 2016 è stato uno dei cinque vicepresidenti).
L'attuale governo è guidato da Andrej Plenković, presidente dell'HDZ. Il Governo Plenković è in carica dal 19 ottobre 2016 (ha ottenuto la fiducia al Parlamento la sera del 19 ottobre 2016 con 91 voti favorevoli, 45 contrari e 3 astenuti; 139 presenti da 151 deputati eletti).[35][36] I membri del governo sono provenuti da due partiti: l'Unione Democratica Croata (Primo ministro e 14 ministri di cui 3 sono stati inoltre vice primi ministri) e il Ponte delle Liste Indipendenti (3 ministri di cui 1 è stato inoltre vice primo ministro). Tre ministri sono stati indipendenti (2 quota HDZ, 1 quota Most). Il 27 aprile 2017 il Primo ministro ha destituito tre ministri esponenti del Most, terminando la coalizione HDZ - Most. Venerdì 28 aprile 2017 tutti quattro ministri esponenti del Most hanno rassegnato le proprie dimissioni. Dal 28 aprile 2017 al 9 giugno 2017 il Governo funzionava come il governo di minoranza dell'HDZ. Nuova coalizione di governo, composta dall'Unione Democratica Croata (HDZ) e dalla maggioranza del Partito Popolare Croato - Liberal Democratici (HNS), è formata il 8 giugno 2017 e nuovi ministri (Primo ministro e 18 ministri sono esponenti dell'HDZ da cui 3 sono inoltre vice primi ministri; 1 ministro, anche vice primo ministro, è esponente dell'HNS; 2 ministri sono formalmente indipendenti - 1 quota HDZ e 1 quota HNS) hanno ottenuto la fiducia al Parlamento il 9 giugno 2017. Il 12 giugno 2017 vice primo ministro e ministro degli affari esteri ed europei Davor Ivo Stier (HDZ), insoddisfatto della nuova coalizione di governo, ha rassegnato le demissioni; il Parlamento ha confermato Marija Pejčinović Burić (HDZ) come nuova vice prima ministra e ministra degli affari esteri ed europei il 19 giugno 2017.
L'attuale esecutivo (dal 9 giugno 2017) gode dell'appoggio dei seguenti partiti presenti in Parlamento: Unione Democratica Croata (HDZ), Partito Popolare Croato - Liberal Democratici (HNS), Partito Democratico Cristiano Croato (HDS), Partito Social-Liberale Croato (HSLS), Alleanza Democratica Croata di Slavonia e Barania (HDSSB), HRAST - Movimento per la Croazia di Successo (HRAST), Partito Popolare - Riformisti (Reformisti), Partito della Solidarietà Intergenerazionale di Croazia (SMSH) e dei deputati rappresentanti delle minoranze nazionali/etniche (Partito Democratico Indipendente Serbo, SDSS-СДСС; e cinque rappresentanti d'altre minoranze).
Dal febbraio 2015 la Presidente della Repubblica è Kolinda Grabar-Kitarović.
I partiti politici che hanno almeno un rappresentante nel Parlamento croato o nel Parlamento Europeo sono (situazione: 11 agosto 2017)[37][38]:
Organizzazioni internazionali | |
---|---|
Membro ONU dal: | 22 maggio 1992 |
Membro CE dal: | 6 novembre 1996 |
Membro NATO dal: | 1º aprile 2009 |
Membro UE dal: | 1º luglio 2013 |
Lo stesso argomento in dettaglio: Unione europea e Adesione della Croazia all'Unione europea. |
È entrata a far parte dell'Unione europea il 1º luglio 2013.[1]
Queste le tappe già percorse del processo di integrazione:
Data o periodo | Evento |
---|---|
21 febbraio 2002 | Presenta la domanda di adesione. |
3 ottobre 2005 | Apre i negoziati di adesione all'Unione europea. |
30 giugno 2011 | Chiude i negoziati di adesione all'Unione europea. |
9 dicembre 2011 | Firma del trattato di adesione all'Unione europea. |
1º luglio 2013 | Adesione ufficiale all'Unione europea. |
Lo stesso argomento in dettaglio: Forze Armate della Repubblica di Croazia. |
Le Forze armate della Repubblica di Croazia (Oružane snage Republike Hrvatske) si compongono di questi rami:
Il comandante in capo di tutte le forze armate croate è il Presidente della repubblica. Il Comandante in capo prescrive l'organizzazione delle forze armate croate su proposta del Capo di stato maggiore generale, con il consenso e la controfirma del Ministro della Difesa. Il servizio militare è volontario.
Nell’aprile del 2009 la Croazia è diventata un membro effettivo della NATO. Attualmente i militari croati sono presenti all’estero in Afghanistan, nell’ambito della missione Resolute Support della NATO (106 effettivi), e in Kosovo in un’altra operazione dell’Alleanza atlantica, la KFOR (24 effettivi).[39]
Lo stesso argomento in dettaglio: Obalna straža Republike Hrvatske e Lučke kapetanije. |
Il corpo della Polizia (Policija) e quello della Guardia costiera (Obalna straža Republike Hrvatske) hanno compiti di pubblica sicurezza.
La Polizia statale, con la funzione predominante di gestione dell'ordine e della sicurezza pubblica, è dipendente dal Direttorato della polizia del Ministero dell'Interno. In ogni regione (contea) è presente la Direzione della polizia come ufficio principale della polizia statale.
La Guardia costiera fa parte della Marina militare croata. Tra le competenze della Guardia costiera vi sono la sicurezza della navigazione e la sicurezza marittima, lo soccorso in mare ecc. predominante nell'area marittima della Zona di protezione ecologica e della pesca. Nelle acque interne e acque territoriali i compiti dell'autorita della sicurezza marittima svolgono i Capitanati del porto dipendenti dal Ministero degli Affari Marittimi, dei Trasporti e delle Infrastrutture.
L'economia croata si basa prevalentemente sul terziario e sull'industria leggera. Il turismo riveste un'importanza crescente negli anni. Il PIL pro-capite del 2012 era di 17.618 dollari USA (a parità di potere d'acquisto).
L'organizzazione economica croata è attualmente post-comunista. Alla fine degli anni ottanta, all'inizio del processo di transizione verso il capitalismo, il sistema versava in buone condizioni[senza fonte], poi seriamente peggiorate a causa della de-industrializzazione e dei danni della guerra. A peggiorare lo stato delle cose contribuirono una forte disoccupazione e l'insufficienza delle riforme economiche. In particolare, preoccupanti erano la stasi del sistema giudiziario e l'inefficienza della pubblica amministrazione (soprattutto in materia di proprietà privata della terra).
Negli ultimi anni il paese ha conosciuto una forte crescita economica e si è preparato all'ingresso nell'Unione europea, la quale rappresenta il suo principale partner commerciale.
Nel febbraio 2005, la Croazia ha sottoscritto il Patto di Stabilità, Crescita e Sviluppo dell'UE e ha fatto sostanziali passi in avanti verso la completa adesione. Le autorità di Zagabria prevedono una forte crescita economica nei prossimi anni, considerando che attualmente il paese soffre a causa del deficit della bilancia commerciale e del debito pubblico. Alcune grandi compagnie commerciali hanno già beneficiato della liberalizzazione del mercato croato, mentre si attende una forte espansione della produzione grazie ad un incremento degli investimenti.
La Croazia produce gas naturale sfruttando alcuni giacimenti offshore nel mare adriatico, al limite con le acque italiane, nell'aprile 2014 ha aperto quasi tutto il suo offshore alla ricerca di idrocarburi con la sua prima gara internazionale di aggiudicazione di licenze esplorative e di produzione d'idrocarburi[40][41]
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Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Croazia. |
Uno dei settori che ha visto maggiore sviluppo a partire dall'indipendenza è quello dei trasporti, in particolare la costruzione di autostrade e superstrade.
Oltre all'importanza che per un'economia basata sul turismo riveste la disponibilità di una efficiente rete di comunicazione, a spingere in questa direzione hanno contribuito potentemente anche fattori storico-nazionalistici. L'interruzione, negli anni settanta, della costruzione dell'autostrada Zagabria-Spalato, ritenuta dal governo centrale jugoslavo troppo "nazionalistica", a favore del collegamento diretto con Belgrado, aveva lasciato infatti in Croazia forte risentimento. Questo ha fatto sì che nel 2001 venisse lanciato un piano di costruzioni autostradali, che vedeva nel completamento del collegamento tra le due città entro il 2005 il suo punto fondamentale. I lavori di costruzione godettero di un costante appoggio popolare, culminato in manifestazioni di giubilo al completamento 26 giugno 2005 dei lavori nei termini previsti[42]. Al termine del 2007 risultano in operatività oltre 1000 km di autostrade (dai poco più di 30 iniziali) che collegano i quattro angoli del paese, tutti completati nei termini previsti o con ritardi minimi, raggiungendo nel 2010 i 1500 km complessivi[43]. A questo si aggiunga poi che i lavori sono stati giudicati da osservatori internazionali di eccellente fattura e modernità, portando anche a riconoscimenti prestigiosi[44].
Analoghi investimenti sono in corso in altri settori del comparto, in particolare in quello delle ferrovie, gestite da Hrvatske željeznice, attualmente il più arretrato ed il più danneggiato dalla dissoluzione dello stato jugoslavo. Allo stato attuale, la migliore linea è quella tra Zagreb e Ljubljana, abilitata ai fino 160 km/h con tensione alternata, mentre sono obsolete le linee per Rijeka (con sistema di alimentazione elettrica italiano a 3000V continui) e la linea per Split, che si è cercato di migliorare con l'uso di pendolini di costruzione tedesca, ma con scarsi risultati e qualche deragliamento[senza fonte].
Con la presenza nell'Adriatico di numerosissime isole, grande rilevanza hanno i servizi di navigazione, anche grazie al forte turismo balneare della stagione estiva. Il maggiore operatore croato di servizi marittimi è la statale Jadrolinija, che opera anche sulla rotta internazionale con l'Italia. Le linee regolari tra Croazia e Italia sono le rotte Spalato-Ancona e Ragusa - Bari.
Grazie alla presenza di una lunga fascia costiera lungo l'Adriatico con spiagge e coste abbastanza pulite e ben conservate (Istria e Dalmazia), il turismo balneare in Croazia è in costante crescita e fonte di buoni ricavi per i relativi operatori. Anche l'entroterra offre con i suoi numerosi parchi naturali una buona attrattiva per i turisti.[senza fonte]
La superficie complessiva delle aree protette del paese è pari a 532.063,35[45] ettari, pari al 6,07% dell'intera superficie e al 9,40% della superficie di terraferma. I parchi nazionali sono otto mentre i parchi naturali sono dieci, vi sono inoltre numerosissime altre aree protette[46], i parchi nazionali sono:
Secondo le analisi della FAO la Croazia fa parte dei 30 stati mondiali più ricchi d'acqua collocandosi al terzo posto nella classifica europea con un totale di 32.818 m³ di riserve d'acqua rinnovabili pro capite/anno[47]. Il Rapporto Mondiale sullo Sviluppo Idrico (World Water Development Report) delle Nazioni Unite stima le riserve a 23.890 m³ pro capite/anno.[48]
Le regioni della Croazia, essendo così diverse tra di loro, hanno flora e fauna abbastanza differenti: il paese è quindi una delle più ricche in Europa in termini di biodiversità. Ci sono quattro tipi di regioni biogeografiche in Croazia: la zona mediterranea che comprende le coste i il suo immediato entroterra, la zona alpina a Lika e Gorski Kotar, la zona pannonica lungo la Drava e il Danubio, e la zona continentale nelle aree rimanenti. Significativi sono gli habitat che includono le aree carsiche sommerse come lungo il fiume Zermagna e i canyon della Cherca. La geologia carsica ospita circa 7.000 grotte e pozzi, alcuni dei quali sono habitat per il proteo, l'unico vertebrato troglobio esistente in territorio europeo.
È da segnalare il fatto che il 44% del territorio nazionale croato (2,490,000 ettari) sia ricoperto da foreste, principalmente di latifoglie (querce), sempreverdi (pino d'Aleppo, lecci) o macchia mediterranea. La Croazia conta 523 specie vegetali endemiche (circa il 6% della flora nota), tra gli endemismi è da segnalare in Istria una orchidea (Serapias istriaca M. L. Perko).
In Croazia vi sono più di 380 specie animali protette, tra cui quelle maggiormente degne di nota sono il cinghiale, il lupo, l'orso bruno e, principalmente sull'isola di Cherso, il grifone eurasiatico[49].
L'architettura croata è frutto di tradizioni composite e retaggi di epoche precedenti. Numerose sono le testimonianze di epoca romana, soprattutto in Istria e sulla costa dalmata (Anfiteatro e Arco dei Sergi a Pola, Palazzo di Diocleziano a Spalato, il sito archeologico di Salona). Vi sono anche molte architetture bizantino-romaniche, come la basilica Eufrasiana a Parenzo o la chiesa di Santa Eufemia a Rovigno. Con la conquista veneziana della costa croata, l'architettura subì decisamente l'influenza del gotico-veneziano, presente in molti palazzi delle città principali. Successivamente, l'architettura barocca si sviluppò prevalentemente nel nord e nella Slavonia, nei centri di Varaždin e Vukovar (quest'ultimo danneggiato durante la guerra di indipendenza croata). Infine, sotto l'Impero asburgico, furono costruiti fastosi e austeri edifici in stile austro-ungarico principalmente nelle città di Zagabria, Fiume e Pola.
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Il primo esponente della letteratura croata è considerato Marco Marulo (1450-1524) poeta originario di Spalato; egli è famoso per aver scritto il primo documento letterario a stampa in croato, il poema Judita. Contemporaneamente a Ragusa si era sviluppata una corrente letteraria il cui maggior esponente fu Marino Darsa, che scrisse commedie sui problemi della società ispirandosi a Boccaccio e ad altri letterati italiani. La città di Ragusa, grazie anche alla sua florida economia, fu il fulcro della vita culturale croata per tutta l'età barocca; si ricorda il poeta Giovanni Gondola, che scrisse alcuni poemi riguardanti le vicende cittadine. Nell' '800 si sviluppò il Movimento Illirico, che mirava all'unificazione di Croati e Serbi all'interno dell'Impero Austro-ungarico; per questo le opere prodotte dai partecipanti a questo movimento trattano di temi nazionalistici, riflessivi e patriottici, pur facendo parte della corrente romantica.
La musica croata tradizionale viene eseguita con delle zampogne:tra cui il mih, flauti:tra cui il rozenice e il sopilo,anche strumenti simili a chitarre e mandolini.Per l'accompagnamento viene usato il contrabbasso e la fisarmonica.La musica classica invece assomiglia a quella serba e quella austriaca .
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Lo sport più popolare è il calcio potendo vantare campioni del calibro di Zvonimir Boban, Robert Jarni, Ivan Perišić ecc... La Croazia vanta una buona tradizione tennistica con campioni del calibro di Goran Ivanisevic, Mario Ancic, Ivo Karlovic, Ivan Ljubičić e Marin Cilic.
Nella Croazia sono presente differenti piattaforme televisive: DVB-T nazionale, DVB-T regionali e locali, IPTV (MaxTV, Iskon TV, OptiTV, B.net TV, Vip TV, H1 TV, Amis TV), televisione satellitare, televisione mobile, DVB-T Pay TV (Evo TV).
Canali della televisione digitale terrestre (DVB-T) gratuiti sono i seguenti:
A ottobre 2010 è stato completato il passaggio al televisione digitale terrestre o DVB-T su tutto il territorio croato (lo switch-off: il 5 ottobre 2010).
I giornali quotidiani maggiori sono:
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Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina croata. |
La cucina croata è molto variegata ed è proprio per questo conosciuta di più sotto le sue denominazioni regionali; l'Unione europea ha già riconosciuto e protetto alcuni prodotti tipici sotto la denominazione di prodotti ZOI e ZOZP croati. Le radici affondano nel periodo preslavo e la differenza nella scelta degli ingredienti e nelle preparazioni è molto accentuata, se si paragona la parte continentale con quella marittima. Per la cucina continentale, le basi sono state gettate dalla cucina preslava e dai contatti, molto più recenti, con cucine più conosciute e rinomate - quella ungherese, viennese e turca. Una delle preparazioni più originale è quella della carne di tìblizze del Međimurje, tipica dell'estremo Nord del paese. Le regioni della costa sono caratterizzate dagli influssi dei Greci, Romani, Illiri; poi dei Veneziani e più tardi anche dalle cucine italiana e francese. Alcuni tra i più famosi piatti tipici sono essenzialmente a base di pesce appena pescato e cotto, servito con contorno di bietola (blitva) o patate (krumpir). Allo stesso modo si servono i frutti di mare, come le vongole (mušule), gli scampi (škampi), le ostriche (kamenice) e i mitili (dagnje). Un antipasto estivo molto comune è la salata od hobotnice, un'insalata di pollo con patate, cipolline e polpo. Gli influssi della cucina italiana (e specificatamente di quella veneziana) sono presenti nei risotti (rižot), come lo crni rižot, il risotto al nero di seppia, o il rižot sa škampima, il risotto ai gamberetti. I dolci sono pochi, e il più comune è la palačinke (crepes), serviti con nocciole, marmellata o cioccolato. Nei dintorni di Ragusa si può assaporare la rožata, simile alla crême brulée, mentre sull'isola di Lissa il dolce tipico è la pogača, una focaccia sottile farcita. Sono noti in Croazia anche i ćevapčići.
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